In Toscana non sarà facile smaltire i rifiuti dell’alluvione
Secondo la società che li gestisce sono 100mila tonnellate, la Regione ha approvato due ordinanze per smaltirli più velocemente
Nella notte tra il 2 e il 3 novembre le forti piogge cadute sulla Toscana hanno causato la morte di nove persone e creato enormi danni a edifici e infrastrutture, ancora difficili da quantificare. Poco più di cinque giorni dopo, la Regione e i comuni coinvolti stanno iniziando a fare i conti anche con un altro problema: lo smaltimento dei rifiuti causati dal nubifragio, che ha costretto abitanti e aziende a buttare mobili, macchinari, elettrodomestici e oggetti di ogni tipo diventati inutilizzabili a causa dell’acqua e del fango.
Secondo Alia, la società che gestisce i servizi ambientali in 58 comuni della Toscana centrale, l’alluvione ha colpito circa 45mila abitazioni, distribuite su 900 strade, producendo 100mila tonnellate di rifiuti e 350mila metri cubi di materiale da rimuovere.
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Negli ultimi giorni Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e commissario delegato alla gestione dell’emergenza, ha emesso due ordinanze per rendere più rapide le operazioni di ritiro e smaltimento. Una riguarda i rifiuti prodotti da edifici pubblici e privati a causa dell’alluvione che potranno essere trattati come rifiuti “urbani”, e non “speciali”, semplificando i passaggi amministrativi necessari alla loro raccolta. Gli abitanti possono anche derogare alla raccolta differenziata, cercando però di separare gli apparecchi elettrici ed elettronici dal resto.
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Per ora i cittadini stanno ammassando i rifiuti da ritirare davanti alle abitazioni, e Alia sta passando di casa in casa per raccogliere gli oggetti danneggiati dall’acqua. Le aree normalmente predisposte allo stoccaggio dei rifiuti si stanno però riempiendo rapidamente, e la Regione ha quindi chiesto ai comuni di individuare altre zone idonee per accumulare temporaneamente i rifiuti in attesa del trasporto in discarica. Le discariche e i termovalorizzatori della regione dovranno dare precedenza ai rifiuti prodotti dall’alluvione e potranno operare anche in deroga alle limitazioni sulle quantità smaltibili al giorno e all’anno.
L’ordinanza della Regione esclude però i rifiuti classificati come “speciali” prodotti non dai cittadini ma dalle aziende, che nonostante l’alluvione dovranno continuare a essere smaltiti in modo ordinario. Come scrive il Sole 24 Ore, al momento molte imprese che si erano assicurate contro il rischio di alluvione stanno volontariamente conservando i macchinari danneggiati, come prova per ricevere i dovuti indennizzi. A un certo punto, però, anche questi andranno eliminati.
Un altro problema sono i fanghi, che devono essere rimossi il prima possibile per evitare che si solidifichino e complichino ulteriormente le operazioni di smaltimento. In via straordinaria, con un’altra ordinanza, la Regione ha stabilito che per i prossimi tre mesi i fanghi considerati non contaminati potranno essere immessi anche nella rete fognaria, con l’autorizzazione delle autorità competenti. Lo smaltimento è gestito gratuitamente da Publiacqua, la società che si occupa del servizio idrico nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo. Il 7 novembre l’azienda ha iniziato a recuperare i fanghi non inquinati nei comuni di Campi Bisenzio, Prato e Montemurlo.