Negli Stati Uniti si vota per due governatori e un referendum sull’aborto
In Ohio una riforma costituzionale vuole limitare le interferenze dello stato nelle decisioni riproduttive, ma il tema è centrale anche in altre elezioni
Martedì negli Stati Uniti si vota per eleggere due governatori, in Kentucky e Mississippi, per rinnovare i parlamenti statali in Virginia e New Jersey e per scegliere un gran numero di sindaci, fra cui quelli di Philadelphia e Houston. In Ohio sono previsti due referendum: il più atteso è quello sul diritto all’aborto, un tema che è stato centrale anche per alcune delle altre campagne elettorali.
Dopo la sentenza della Corte suprema che ha di fatto cancellato il diritto all’aborto a livello federale, circa venti dei cinquanta stati americani hanno introdotto leggi restrittive che lo vietano in assoluto o ne limitano la possibilità alle prime settimane di vita del feto. In sei stati si sono però tenuti referendum, sempre vinti dai sostenitori del diritto all’aborto, anche in contesti tradizionalmente Repubblicani come il Kansas.
Anche l’Ohio negli ultimi dieci anni è passato da simbolo degli “stati in bilico” a essere più stabilmente Repubblicano: nelle elezioni presidenziali Donald Trump ha vinto sia nel 2016 che nel 2020. In Ohio attualmente il limite per l’aborto legale è fissato alla ventiduesima settimana di gravidanza, simile a quello federale prima del pronunciamento della Corte Suprema. Sta però seguendo un suo iter legale una legge molto più restrittiva, che lo vieterebbe non appena sia possibile identificare il battito cardiaco del feto. Di fatto lo vieterebbe dopo circa 6 settimane, quando spesso la madre non sa nemmeno di essere incinta.
Il referendum di martedì prevede un emendamento alla costituzione dello stato (“Issue n° 1”) che renda impossibile per lo stato interferire nelle “decisioni riproduttive” dei cittadini (oltre all’aborto, contraccezione e trattamenti di fertilità). Il diritto all’aborto avrebbe condizioni ancora più larghe rispetto al passato. L’altro referendum in programma riguarda la legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo.
Il tema dell’aborto è centrale anche nelle elezioni di altri due stati. Il governatore Democratico del Kentucky Andy Beshear cerca una rielezione contro il Repubblicano Daniel Cameron, attualmente procuratore generale dello stato, la maggiore carica giudiziaria dello stato, anche questa elettiva. Il Kentucky ha un parlamento a maggioranza Repubblicana e un divieto quasi totale dell’aborto entrato in vigore subito dopo il ribaltamento della sentenza “Roe v. Wade” che lo garantiva a livello federale. Il divieto è stato temporaneamente bloccato da una corte locale, Beshear ha definito la legge dello stato “estremista” e ha posto il veto a un’altra proposta di divieto di aborto dopo 15 settimane, che non prevedeva eccezioni anche in caso di stupro o incesto. Il rivale Cameron ha invece detto di voler rispettare ciò che deciderà il parlamento locale.
In Virginia la situazione è speculare: il governatore è il Repubblicano Glenn Youngkin e si vota per rinnovare i 140 posti dell’Assemblea generale dello Stato (Camera e Senato), che era controllata dai Democratici. Youngkin ha sostenuto le candidature dei Repubblicani chiedendo agli elettori di consegnare al partito la maggioranza parlamentare e permettere quindi l’approvazione di un divieto d’aborto dopo 15 settimane. I sondaggi indicano una situazione piuttosto in bilico, mentre i Democratici sono ampiamente favoriti nell’altro stato dove sono previste elezioni legislative, il New Jersey.
In Mississippi si vota per il governatore: il Repubblicano Tate Reeves ha uno degli indici di gradimento più bassi dell’intero paese, anche a causa di accuse di corruzione. Corre comunque per un secondo mandato in uno stato che non elegge un governatore Democratico da oltre vent’anni. Il Democratico Brandon Presley è riuscito a raccogliere un buon numero di finanziatori e a proporsi come alternativa credibile: politico per lo più sconosciuto e dai modi gentili, propone una piattaforma piuttosto populista di estensione dell’assistenza medica e dei sussidi, e di abolizione di alcune tasse locali. Sui diritti civili è su posizioni centriste: spera così di unire il voto degli afroamericani e quello dei bianchi repubblicani delusi di Reeves. È cugino di secondo grado di Elvis Presley (quell‘Elvis Presley), orfano di padre da quando aveva otto anni e cresciuto da una madre sola.
In Rhode Island, dove i Democratici vincono stabilmente, si vota per sostituire un deputato nazionale dimissionario, in Pennsylvania per riempire un posto vacante nella Corte Suprema dello Stato, controllata attualmente da 4 giudici di indirizzo Democratico (contro 2 conservatori): la composizione della corte può avere implicazioni riguardo alle leggi sull’aborto ma anche nelle eventuali dispute elettorali per le presidenziali.
Si vota infine per un gran numero di sindaci, in tutto il paese: a Houston i candidati sono 17, fra cui due diversi Democratici, la deputata nazionale Sheila Jackson Lee e il senatore dello stato John Whitmire. A Philadelphia, sesta città più popolosa degli Stati Uniti, la Democratica Cherelle Parker è ampiamente favorita: la città non ha un sindaco Repubblicano dal 1947.
Altre elezioni in città più piccole sono interessanti per motivi diversi: a Uvalde, in Texas, un anno e mezzo fa un diciottenne uccise 19 bambini e 2 adulti in una scuola. I candidati sindaco sono l’uscente Cody Smith, l’ex giornalista televisiva Kimberly Mata-Rubio, la cui figlia è stata uccisa nella strage, e la maestra elementare Veronica Martinez. A Derby, in Connecticut, il candidato dei Repubblicani è il consigliere comunale Gino DiGiovanni Jr, che è sotto processo federale per essere stato fra gli assaltanti del Congresso il 6 gennaio 2021: il sindaco uscente Richard Dziekan ha perso le primarie contro di lui, ma ha deciso di correre comunque da indipendente.