Al largo della Sardegna è stato scoperto un deposito di almeno 30mila monete romane
È una quantità piuttosto significativa: erano state notate durante un'immersione e sono in un ottimo stato di conservazione
Al largo delle coste nord-est della Sardegna è stato trovato un po’ per caso un deposito di decine di migliaia di follis, ovvero antiche monete romane utilizzate a partire dalla fine del III secolo. Il ministero della Cultura ha fatto sapere che le monete sono «in uno stato eccezionale e raro di conservazione»: è una delle scoperte più importanti di questo tipo di reperti negli ultimi anni.
Le monete sono state scoperte in due punti diversi del fondale marino a pochi metri dalla costa del comune di Arzachena, in provincia di Sassari, da un uomo che stava facendo un’immersione e aveva notato alcuni oggetti di metallo. La scoperta del deposito è stata confermata il giorno seguente dal Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari e Nuoro, con la collaborazione dei nuclei specializzati dei carabinieri e dei vigili del fuoco, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto.
Stando alle prime analisi le monete sono di bronzo e in base al loro peso complessivo si stima che siano tra le 30mila e le 50mila unità. A giudicare dai volti degli imperatori romani che compaiono sulle loro facce, tra cui quello di Costantino il Grande, risalirebbero in particolare a un periodo compreso tra il 324 e il 340 dopo Cristo. Il ministero ha detto che le monete provenivano da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel lasso di tempo.
Ritrovato al largo della Sardegna un deposito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C..https://t.co/csD0l8FQ67#MiC #archeologia #Arzachena pic.twitter.com/R44VzSKTnh
— Ministero della Cultura (@MiC_Italia) November 6, 2023
Non è ancora chiaro come le monete siano finite sul fondale sardo. Il ministero ha ipotizzato che sia successo a seguito di un naufragio: la zona del ritrovamento «per posizione e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospicui di un relitto».
Luigi La Rocca, responsabile della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, che si occupa della tutela dei beni di interesse archeologico, storico e artistico, ha detto che si tratta di «una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni». L’ultima grande scoperta di monete di questo tipo risale al 2013, quando a Seaton, nel Regno Unito, un uomo che stava cercando cose per hobby con un metal detector ritrovò 22.888 follis. Oltre alle monete, che adesso verranno sottoposte a operazioni di restauro e conservazione, sono stati trovati anche frammenti di anfore di derivazione africana e asiatica.
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