Nel nord della Striscia di Gaza ci sono ancora 400mila persone
Lo ha detto l'inviato diplomatico degli Stati Uniti: la situazione è sempre più critica e continuano gli attacchi su edifici e infrastrutture civili
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è sempre più critica: Thomas White, responsabile per Gaza dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha detto che «ora come ora non ci sono posti sicuri a Gaza». I bombardamenti israeliani stanno proseguendo con grande intensità, soprattutto nel nord della Striscia, dove Israele sta concentrando i suoi sforzi militari per colpire Hamas e dove si trovano ancora 400mila persone. Venerdì in questi bombardamenti è stata colpita un’ambulanza fuori dall’ospedale al Shifa, il più grande della città di Gaza. Secondo Israele l’ambulanza era usata da Hamas per scopi militari, e nell’attacco sono state uccise 15 persone. Sabato invece è stata colpita una scuola gestita dall’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi nel campo profughi di Jabalia: secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza (cioè Hamas), 15 persone sono rimaste uccise. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato in Giordania il re giordano, Abdullah II, i ministri degli Esteri di cinque paesi arabi e a un rappresentante dell’Autorità Palestinese, che governa parti della Cisgiordania. Blinken ha ribadito la necessità di attivare «pause umanitarie» nella Striscia di Gaza, cioè brevi interruzioni nei bombardamenti per consentire ad aiuti e soccorsi di arrivare nella Striscia, ma si è detto contrario a un cessate il fuoco completo. Sabato sera, intanto, ci sono state grosse proteste in Israele per chiedere le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu, sempre più impopolare.
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