La versione di Zerocalcare su Lucca Comics
Il fumettista ha spiegato meglio la sua decisione di non partecipare all'evento per via del patrocinio di Israele, e cosa pensa della polemica che ne è seguita
Il fumettista Zerocalcare ha pubblicato una serie di tavole su Internazionale per spiegare meglio la sua decisione di non partecipare alla fiera del fumetto Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata di Israele alla manifestazione, che aveva provocato moltissime reazioni e polemiche diventando un caso politico.
Zerocalcare aveva motivato inizialmente la decisione con un post su Instagram in cui aveva spiegato che partecipare a una manifestazione patrocinata da Israele durante i bombardamenti sulla Striscia di Gaza era «un corto circuito che non riesco a gestire», specificando però che la sua non era «una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka», augurandosi che avrebbero potuto partecipare all’evento. In realtà i due fumettisti, che proprio in quanto autori della locandina di Lucca Comics avevano portato con sé il patrocinio dell’ambasciata di Israele, avevano poi deciso di non partecipare alla manifestazione.
Anche per questo, Zerocalcare in questi giorni è stato attaccato sui social network ma anche in diversi editoriali pubblicati su vari quotidiani, da Repubblica a Libero. «Al centomillesimo articolo pieno di menzogne che mi mette in mezzo personalmente, io o faccio un fumetto o vado in cronaca. Mi rendo conto del rischio mitomania ma ritengo abbia un interesse come caso di studio sui media» ha scritto Zerocalcare introducendo le tavole pubblicate su Internazionale, in cui ha ricostruito come ha maturato la decisione e quello che ne è seguito, dal suo punto di vista.
Il fumetto di Zerocalcare si può leggere integralmente qui.
Zerocalcare, che è notoriamente di sinistra e solidale alla causa palestinese, racconta di aver inizialmente pensato di andare comunque a Lucca Comics, partecipando alla scrittura di un appello insieme ad altri colleghi fumettisti in cui in sostanza si diceva di ritenere che fosse utile «portare il dissenso dentro la manifestazione». Dopo averlo fatto leggere ad alcuni amici palestinesi o che avevano vissuto a Gaza, però, si è reso conto che la loro prospettiva sulla questione era molto diversa, e che l’appello non la prendeva in sufficiente considerazione. Ha quindi deciso di non andare, annunciandolo ai colleghi, al suo editore Bao Publishing e all’organizzazione di Lucca Comics, che a suo dire sono stati tutti comprensivi.
Dopo aver spiegato le sue ragioni in un testo pubblicato su Instagram, Zerocalcare però è stato criticato anche duramente da politici, giornalisti e commentatori sui social network. Alla sua decisione è stata poi ricondotta la scelta di Asaf e Tomer Hanuka – di cui peraltro Zerocalcare è fan – di non partecipare a loro volta.
Zerocalcare ha raccontato la frustrazione di leggere i messaggi che gli sono stati rivolti, compresi quelli di chi gli intimava perentoriamente di dover boicottare Lucca Comics o di doversi vergognare per aver esitato ad annunciare di non volerci andare («a legge quella roba me veniva voglia di trasferirmi in un kibbutz e mette tutti like a Netanyahu»). E ha espresso particolare fastidio per un articolo scritto su Repubblica da Francesco Merlo, nel quale lo si accusava di non rendersi conto «di somigliare a Hamas» e di «buttare i suoi razzi di fumo-fumetto su Israele», attribuendogli anche il virgolettato «no agli artisti di Israele», nonostante il fumettista avesse esplicitato di avere la posizione opposta. Zerocalcare ha condiviso anche un messaggio privato di Asaf Hanuka che dice di rispettare la sua posizione – «ha seguito la sua coscienza» – e di sperare di potersi incontrare in tempi migliori.
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Zerocalcare poi ha spiegato quanto siano stati importanti per la sua formazione episodi storici come la rivolta del ghetto di Varsavia, nella quale centinaia di persone ebree si ribellarono agli occupanti nazisti, o la caccia ai gerarchi nazisti di Simon Wiesenthal, e ha aggiunto di considerare il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma del 1943 «la pagina più buia della mia città». Ma ha scritto che «la denuncia o la critica delle politiche e dei crimini di guerra dello stato israeliano, quelli di oggi e dei decenni passati, non può essere buttata strumentalmente nel tritacarne dell’antisemitismo». Zerocalcare conclude scrivendo:
Ci sta una semplificazione che la logica di guerra impone per cui a chiedere la fine dei bombardamenti a gaza significherebbe essere a favore dell’uccisione di civili israeliani o complici degli orrendi episodi antisemiti che si a moltiplicano in giro per il mondo. Per me sta roba è inaccettabile visto che da tutta la vita penso che la memoria vada ricomposta, così lo sfregio delle pietre d’inciampo a Roma è un attacco alla nostra memoria collettiva, e le stelle di David fatte a Parigi sono una ferita inferta a tutti. Ma l’odio per ogni forma di antisemitismo e di razzismo non dovrebbe significare chiudere gli occhi di fronte ai bombardamenti che stanno martellando Gaza, come racconta chi pretende di schiacciare e blindare il dibattito. Per me è l’esatto contrario.
lo non sono il più sveglio della cucciolata, lo so, ma con tutte le contraddizioni del caso cerco di riportare sempre tutto ad una visione del mondo complessiva e coerente, che si basi sull’idea della convivenza tra i popoli oltre gli stati nazione, in cui non esistono morti di serie A e morti di serie B. Per me la coerenza non è dire: siccome sono contro il fondamentalismo, allora Israele ha diritto di ammazzare migliaia di palestinesi per vendetta. Per me significa dire che proprio perché considero atroci i massacri subiti dai civili israeliani, non posso che considerare altrettanto atroce la punizione collettiva a cui sono sottoposti i civili palestinesi. Finché non cambiamo la prospettiva da cui guardare il mondo, finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare, magari sulla base di interessi commerciali o militari che spesso hanno poco a che fare con gli ideali. Io preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali, e le bandiere degli Stati, specie quelli in guerra, raramente vanno in quella direzione.
Della vicenda di Zerocalcare e Lucca Comics si discute da giorni. Nei giorni successivi all’annuncio che non avrebbe partecipato, avevano comunicato le stesse intenzioni anche la fumettista Fumettibrutti e il cantautore Giancane. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, tra gli altri, aveva criticato la loro decisione, assieme al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Lucca Comics si sta tenendo questo fine settimana, ed è arrivato alla sua 57esima edizione. È uno dei più importanti eventi dedicati a fumetti, giochi da tavolo, serie TV e cultura pop del mondo.
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