Meta deve rinunciare ad alcune pubblicità in Europa
Le autorità per la privacy hanno deciso che non può più raccogliere dati sul comportamento degli utenti per mostrare annunci
Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), l’organismo indipendente dell’Unione Europea che si occupa dell’applicazione delle regole per la tutela della privacy, ha dato il proprio parere favorevole al blocco della “pubblicità comportamentale” da parte di Meta su Facebook e Instagram in 30 paesi europei. La decisione, che si stima riguardi circa 250 milioni di persone, comporta che Meta non possa mostrare annunci pubblicitari in base alle azioni che gli utenti compiono online e che comportano la raccolta di molti dati sulle loro attività. Il blocco alla pubblicità di questo tipo dovrà essere attuato entro due settimane dalla Data Protection Commission (DPC), l’autorità che si occupa di privacy in Irlanda dove Meta ha la propria sede principale.
La vicenda intorno al tracciamento degli utenti per mostrare alcuni tipi di pubblicità dura da tempo, con numerosi esperti sulla tutela della privacy che contestano a Meta di non avere previsto finora un meccanismo di scelta adeguato per evitarlo. Se ne era discusso molto a inizio anno e da agosto Meta deve pagare ogni giorno una multa di circa 90mila euro in Norvegia, dove l’autorità per la tutela dei dati personali ha multato la società statunitense proprio per l’utilizzo delle attività online degli utenti a fini commerciali.
La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea, ma è compresa nel mercato unico europeo e per questo utilizza regole condivise sulla tutela della privacy. L’autorità norvegese aveva dato a Meta tempo fino al 3 novembre per mettersi in regola, pena l’applicazione di ulteriori multe e maggiori limitazioni ai suoi social network. La società si è difesa dicendo di avere già attivato un meccanismo per permettere agli utenti europei di dare il proprio consenso sulla pubblicità comportamentale e di volere offrire, a partire da novembre, un piano di abbonamento a pagamento per utilizzare i suoi social network senza la pubblicità.
Meta sostiene di avere annunciato da tempo la nuova iniziativa alle autorità europee, mentre queste ultime dicono di avere avuto poco tempo per valutarla e di avere sollevato alcuni dubbi prima dell’annuncio da parte dell’azienda. Nonostante le perplessità segnalate, Meta ha comunque annunciato il nuovo piano in abbonamento sul quale ci sono ora maggiori incertezze. La decisione di Meta di procedere ugualmente era derivata in parte da un pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che aveva riconosciuto la validità di un sistema in abbonamento per superare il problema del consenso legato alla raccolta di dati per la pubblicità.
Il blocco richiesto dall’EDPB potrebbe avere serie conseguenze per Meta, considerato che la limitazione certifica di fatto una violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), per la quale sono previste multe fino al 4 per cento del fatturato globale. Provvedimenti simili potrebbero essere adottati per altre società che offrono servizi di pubblicità online.