Sono cominciate le espulsioni degli afghani dal Pakistan
Riguardano le persone che vivono illegalmente nel paese, a cui era stato ordinato di andare via entro mercoledì per motivi di sicurezza
Le forze di sicurezza pakistane hanno cominciato una vasta operazione per arrestare ed espellere tutte le persone afghane che vivono illegalmente nel paese, a cui a inizio ottobre era stato ordinato di andare via entro il primo di novembre per presunte minacce alla sicurezza nazionale. Il governo pakistano dice che l’ordine di lasciare il paese riguardava tutte le persone che risiedevano in Pakistan pur non avendo i documenti: in realtà coinvolge più che altro le decine di migliaia di famiglie afghane che si erano stabilite in Pakistan nel giro di decenni, molte delle quali rientrate in Afghanistan negli ultimi giorni. La decisione del Pakistan ha sollevato critiche sia da parte delle organizzazioni umanitarie, sia dal governo dei talebani in Afghanistan.
Mercoledì il ministro dell’Interno pakistano ad interim Sarfraz Bugti ha scritto su Twitter che le persone afghane arrestate ed espulse fino a quel momento erano state 64. Secondo quanto riferito da un funzionario del distretto di Chaman, una delle città pakistane al confine con l’Afghanistan, le autorità locali avevano però già espulso almeno 4mila persone.
Le forze dell’ordine pakistane stanno andando casa per casa per individuare gli afghani irregolari e poi portarli nei centri per il rimpatrio vicini al confine con l’Afghanistan, in attesa che lascino il paese. «Questo testimonia la determinazione del Pakistan di espellere chiunque viva nel paese senza i documenti necessari», ha scritto su X (Twitter) Bugti. Il ministro ha detto che le forze di sicurezza pakistane faranno in modo che non tornino nel paese.
Si stima che in Pakistan vivano 3,7 milioni di persone afghane, e che di queste 1,7 milioni siano senza documenti. Alcune si erano trasferite nel paese per cercare opportunità economiche migliori già dagli anni Settanta. Molte però lo avevano fatto per sfuggire dall’occupazione dell’Unione Sovietica negli anni Ottanta, dall’invasione da parte degli Stati Uniti fra il 2001 e il 2021, o dal regime talebano, al potere negli anni Novanta e poi di nuovo dal 2021. Secondo il governo pakistano, gli afghani irregolari sarebbero una minaccia per la sicurezza del paese, e alcuni di loro sarebbero stati responsabili di diversi attacchi bomba compiuti nel paese negli ultimi anni.
Le espulsioni cominciate mercoledì seguono l’esodo di afghani irregolari che soprattutto negli ultimi giorni avevano radunato le proprie cose e si erano ammassati su camion e mezzi di fortuna per cercare di tornare nel loro paese. Sempre secondo il ministero dell’Interno pakistano le persone rientrate in Afghanistan fino a mercoledì erano circa 200mila.
La decisione del governo pakistano di far rimpatriare in Afghanistan e poi espellere tutti i migranti irregolari è stata criticata da diverse associazioni per i diritti umani, che temono ripercussioni e una possibile crisi umanitaria in un paese già in gravi condizioni, ma anche dal governo afghano, che dal 2021 è controllato dai talebani e non sembra in grado di gestire un flusso così grande di persone. Alcuni afghani inoltre hanno segnalato che la polizia pakistana aveva cominciato a ricercare e arrestare le persone irregolari prima della scadenza del termine dato; altri hanno accusato le forze dell’ordine di aver maltrattato sia le persone senza documenti, sia quelle che avevano ottenuto lo status di rifugiato e quindi avevano il diritto di rimanere nel paese.
– Leggi anche: L’esodo degli afghani dal Pakistan