Cos’è questa “stanza segreta di Michelangelo”
L'angusto locale con disegni e studi attribuiti al celebre artista si trova a Firenze e si potrà visitare dal 15 novembre
Dal prossimo 15 novembre sarà aperta al pubblico la cosiddetta “stanza segreta di Michelangelo”, un piccolo locale che si trova nel complesso del Museo delle Cappelle Medicee di Firenze in cui sono visibili studi e disegni attribuiti al celebre pittore e scultore del Rinascimento. La stanza era stata dimenticata per anni e finora non era mai stata visitabile: si pensa che Michelangelo Buonarroti vi avesse abitato di nascosto per alcuni mesi nel 1530 e che l’avesse utilizzata per abbozzare alcune sue opere sui muri.
La stanza è lunga 10 metri e larga 3, con una volta dall’altezza massima di 2 metri e mezzo. Ci si accede dalla Sagrestia Nuova del museo, che fa parte del gruppo dei Musei del Bargello, e fu scoperta nel 1975, quando l’allora direttore delle Cappelle Medicee Paolo Dal Poggetto commissionò la pulitura di una zona sottostante all’abside.
Fino agli anni Cinquanta la piccola stanza era stata usata come deposito di carbonella ma poi era rimasta inutilizzata, nascosta dietro a una botola in una stanza dove erano stati accatastati mobili vari. I disegni murali, di dimensioni varie e a volte sovrapposti tra loro, emersero durante i lavori di pulitura, sotto due strati di intonaco.
Sulle pareti della stanza ci sono studi di figure intere, ma anche schizzi più o meno sommari di parti anatomiche, profili di volti e figure umane in varie pose; furono realizzati con carboncino e sanguigna, un’ocra rossa usata per fabbricare pastelli per il disegno, molto usata a partire dal Rinascimento. Dopo analisi e ricerche, che sono ancora oggetto di studio da parte degli storici dell’arte, la gran parte di loro è stata attribuita proprio a Michelangelo.
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Francesca de Luca, storica dell’arte e responsabile delle Cappelle Medicee, ha spiegato che non in tutti i disegni si avverte «la stessa sostenuta tensione qualitativa della grafica» del pittore. A ogni modo, de Luca ha definito la stanza «un vero unicum per il suo eccezionale potenziale evocativo», anche perché gli schizzi di figura che contiene sono spesso in formato monumentale e «tracciati da segni che attestano una grande chiarezza progettuale».
Dal Poggetto ipotizzò che Michelangelo si fosse nascosto nella stanza tra la fine di giugno e la fine di ottobre del 1530 per sfuggire alle possibili persecuzioni da parte di papa Clemente VII, appartenente alla famiglia fiorentina dei Medici. Nel breve periodo in cui i Medici erano stati cacciati da Firenze (dal 1527 al 1530) Michelangelo aveva infatti seguito la costruzione delle fortificazioni della città per conto del governo repubblicano. Secondo le ricostruzioni di Dal Poggetto, dopo essere stato perdonato dalla famiglia Medici, Michelangelo tornò libero e riprese a lavorare a Firenze, per poi trasferirsi a Roma nel 1534.
Sempre secondo le ricostruzioni di Dal Poggetto, quindi, gli schizzi vennero realizzati nel periodo di “auto-reclusione” di Michelangelo. In particolare, Michelangelo avrebbe utilizzato i muri della stanza per lo studio di alcuni suoi dipinti e sculture, oppure per disegni ispirati a opere d’arte preesistenti, come quello della testa del Laocoonte, che fa parte del celebre gruppo scultoreo conservato ai Musei Vaticani.
L’annuncio della riapertura della stanza era stato comunicato lo scorso 26 settembre dal direttore generale dei Musei al ministero della Cultura, Massimo Osanna, e martedì sono state presentate le modalità con cui sarà possibile visitarla, in via sperimentale.
La stanza sarà aperta per le visite dal 15 novembre al 30 marzo del 2024, esclusivamente su prenotazione. Per via dell’ambiente angusto e per la tutela delle opere, potranno accedervi gruppi di un massimo di quattro persone alla volta, accompagnati dal personale del museo, per un totale di massimo 100 persone alla settimana. Nella stanza si potrà stare al massimo 15 minuti.
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