La brughiera intorno a Malpensa è di nuovo a rischio
Il ministero dell'Ambiente aveva escluso che venisse usata per espandere l'aeroporto, ma il parlamento ha annullato la decisione
Il parlamento ha rimesso in dubbio il futuro della brughiera che si estende a sud dell’aeroporto di Milano Malpensa, in provincia di Varese, dove è in programma la costruzione di una nuova area dedicata ai voli cargo, ossia quelli che trasportano merci. Con un emendamento al decreto “Aria”, convertito in legge lo scorso 24 ottobre, i partiti di maggioranza hanno infatti ribaltato un parere approvato a giugno dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che dava il via libera all’ampliamento dell’aeroporto, a patto che questo lasciasse intatta la brughiera. L’emendamento ha stabilito invece che il progetto dovrà essere riconsiderato, ed è possibile che venga accordato il permesso per costruire anche sulla zona oggi occupata dalla brughiera.
È una vicenda che va avanti da tempo. Nel 2020 il ministero avviò una lunga analisi per valutare una proposta di ampliamento dell’aeroporto di Malpensa. Il progetto, chiamato “Masterplan 2035”, prevede di costruire una nuova area dedicata ai voli cargo, con strutture e spazi predisposti per il carico e lo scarico delle merci e collegamenti immediati con la rete stradale per favorire l’entrata e l’uscita dei camion.
Il progetto coinvolge SEA, la società che gestisce l’aeroporto, la provincia di Varese e il comune di Milano, che controlla gran parte delle azioni di SEA. Prevede un investimento complessivo di circa 300 milioni di euro, divisi tra SEA e le aziende della logistica interessate a sfruttare la futura area cargo.
L’obiettivo è rendere Malpensa uno scalo attrattivo non solo per i voli commerciali, cioè quelli dei passeggeri, ma anche per il settore della logistica: secondo le previsioni di SEA, grazie al progetto entro il 2035 Malpensa potrà gestire 1,2 milioni di tonnellate di merci ogni anno contro le 550mila del 2019, prima della pandemia.
Il progetto definitivo presentato da SEA prevedeva di costruire la nuova area cargo a sud dell’aeroporto, in un’area di 44 ettari nel comune di Lonate Pozzolo. Oggi questo spazio è ricoperto dalla brughiera, un habitat piuttosto raro in Italia caratterizzato dalla presenza di una pianta chiamata brugo. I terreni di brughiera sono poco fertili, ma ospitano varie specie animali, tra cui la falena dell’edera, la libellula e la ninfa delle brughiere, protetta da alcune direttive europee. Anche per questo, molte associazioni ambientaliste si erano opposte al progetto chiedendo che la parte di brughiera vicina all’aeroporto fosse salvaguardata.
Negli anni sono stati fatti vari studi per stabilire la fattibilità del progetto di SEA. È stata eseguita anche una valutazione di impatto ambientale (VIA), una procedura svolta da una commissione tecnica ma gestita dal ministero dell’Ambiente per dare o negare l’autorizzazione ai progetti con conseguenze particolarmente rilevanti per l’ambiente e il territorio. La valutazione, terminata il 21 aprile, aveva approvato l’ampliamento dell’aeroporto ma aveva anche stabilito che questo non avrebbe dovuto danneggiare la brughiera circostante. L’8 giugno il ministero dell’Ambiente si era espresso nello stesso modo, con un parere che aveva accontentato le associazioni ambientaliste. Nella relazione finanziaria diffusa il 30 giugno SEA aveva detto che avrebbe valutato le «ricadute» del parere del ministero sul progetto “Masterplan 2035”.
Ma la decisione del ministero è stata presto messa in dubbio. Il 19 settembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, partecipando a un convegno su un altro progetto in corso a Malpensa (la cosiddetta “Hydrogen Valley”), ha detto che lo sviluppo dell’area cargo di Malpensa è un progetto «strategico, che non può essere bloccato dai no, dai forse e dai dubbi». Salvini ha annunciato che sarebbe arrivata una norma per «superare il blocco» imposto al piano, intendendo presumibilmente il parere del ministero riguardo alla protezione della brughiera.
La norma anticipata da Salvini è arrivata durante la discussione in Senato per la conversione in legge del decreto Aria, contenente misure contro l’inquinamento atmosferico. Con un emendamento, i partiti di maggioranza hanno riconosciuto il progetto di ampliamento del traffico merci dall’aeroporto di Malpensa come «un’opera strategica di preminente interesse nazionale con caratteri di indifferibilità, urgenza e pubblica utilità», impegnando le autorità competenti a fare «una nuova valutazione» del progetto per l’area cargo di Malpensa: di fatto quindi il precedente parere del ministero è stato annullato e il piano originale di SEA, che prevede di costruire lo scalo anche sulla brughiera, dovrà essere riconsiderato entro i 30 giorni successivi all’entrata in vigore del testo. La legge non è ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e prima dovrà essere firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La decisione è stata subito criticata dagli attivisti. In un comunicato il Centro italiano per gli studi ornitologici l’ha definita una «forzatura inaccettabile» e ha organizzato una manifestazione di protesta per il prossimo 4 novembre, in collaborazione con altre associazioni. I comitati che difendono la brughiera hanno anche inviato un appello a Mattarella, proprio per chiedergli di non firmare la legge.