Alla fine l’agente della Polizia locale che timbrò in mutande non era un assenteista
La Corte d'Appello di Genova ha ordinato al comune di Sanremo di reintegrarlo otto anni dopo l'arresto
La sezione lavoro della Corte d’Appello di Genova ha annullato il licenziamento di Alberto Muraglia, un ex agente della Polizia locale di Sanremo che nel 2015 fu coinvolto in un’inchiesta della Guardia di Finanza di Imperia chiamata «Stachanov». Le forze dell’ordine lo accusarono di assenteismo insieme ad altri 196 dipendenti comunali. L’inchiesta ebbe molto risalto sui giornali soprattutto per una fotografia diffusa dalla procura, un fermo immagine in cui si vedeva Muraglia timbrare il cartellino in mutande e canotta. A otto anni di distanza il tribunale ha stabilito che l’agente di Polizia locale non era un assenteista e che il comune dovrà reintegrarlo oltre a pagargli otto anni di stipendi arretrati.
L’operazione portò all’arresto di 35 dipendenti del comune di Sanremo e altre 71 denunce per truffa aggravata ai danni dello stato, falso in atto pubblico per i casi di assenteismo e indebito utilizzo del cartellino identificativo. Muraglia rimase 86 giorni agli arresti prima della revoca della misura cautelare da parte di un giudice. Nel gennaio del 2016 fu licenziato dal comune di Sanremo insieme ad altre 31 persone.
Secondo la procura, Muraglia timbrava il cartellino in mutande e canotta perché poi tornava a letto in casa sua, un alloggio di servizio a 15 metri dal suo ufficio. In realtà durante il lungo processo gli avvocati dell’agente di Polizia locale hanno dimostrato, anche grazie a diverse testimonianze, che le accuse erano infondate. «Il mio alloggio distava 15 metri dall’ufficio e, alle 5 di domenica, andavo in borghese a controllare se c’erano auto da rimuovere per via del mercato», ha detto Muraglia al Corriere della Sera. «Se sì, chiamavo il carro-attrezzi e risalivo per indossare la divisa. Per non perdere tempo, quella volta ho timbrato in intimo. L’ho dimostrato esibendo i verbali e dei colleghi hanno testimoniato in mio favore».
Muraglia era già stato assolto nel 2020 dopo aver dimostrato ai giudici di non aver commesso nessun reato. «Timbrare in abiti succinti è irrilevante quando non accompagnato dalla prova dell’assenza effettiva dal servizio», è uno dei passaggi delle motivazioni dell’assoluzione. La procura di Imperia presentò un ricorso e nel gennaio del 2022 la Corte d’Appello confermò le assoluzioni. Oltre all’ex agente della Polizia locale furono assolti l’ex coordinatrice degli asili nido, l’ex funzionario del servizio economato, una dipendente dei servizi sociali, un ex impiegato dell’ufficio anagrafe, un ex operaio, un ex funzionario dell’ufficio appalti e un ex impiegato dell’archivio.
Muraglia aveva impugnato il licenziamento: in primo grado la sua richiesta era stata respinta, mentre ora la sezione lavoro della Corte d’Appello gli ha dato ragione e ha ordinato al comune di Sanremo di reintegrarlo. Dopo aver perso il lavoro e la casa, perché era stata messa a disposizione dal comune, Muraglia aprì un laboratorio di riparazioni e negli ultimi anni ha fatto principalmente il manutentore in case e condomini. Ora dovrà decidere se tornare a fare l’agente di Polizia locale a Sanremo o continuare con il suo attuale lavoro. Il comune di Sanremo dovrà pagargli gli stipendi arretrati al netto dei profitti ottenuti con la sua attuale attività. Secondo il Corriere della Sera, dovrebbe ricevere circa 250mila euro. L’amministrazione comunale di Sanremo può ancora presentare ricorso in Cassazione.