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  • Sabato 28 ottobre 2023

È stato eletto il re dei re della Malaysia

Tramite un peculiare sistema di votazioni con cui ogni cinque anni si sceglie un monarca che faccia da capo di stato federale, a rotazione

Una foto di gruppo della Conferenza dei governanti (Mohd Rasfan/Pool Photo via AP)
Una foto di gruppo della Conferenza dei governanti (Mohd Rasfan/Pool Photo via AP)

Venerdì in Malaysia è stato eletto il nuovo re: è il sultano Ibrahim Iskandar, ricco e potente sovrano dello stato meridionale di Johor, che tra le altre cose è un imprenditore noto per avere un esercito privato, per la sua vasta collezione di auto e motociclette di lusso e per gli stretti legami con il primo ministro Anwar Ibrahim. Si tratta di un ruolo cerimoniale, ma che negli ultimi anni è diventato sempre più importante per la politica nazionale, a fronte di una forte instabilità interna che si è tradotta nell’elezione di quattro primi ministri in cinque anni. Iskandar è stato eletto dalla conferenza dei governanti, composta dai nove monarchi dello stato.

Il fatto che un re venga eletto suona strano agli occidentali, abituati all’idea che i nuovi monarchi vengano scelti in ordine di successione ereditaria, ma è del tutto normale in Malaysia, stato multietnico federale dell’Asia sudorientale diviso in 13 stati federati, di cui 9 regni, 4 repubbliche e 3 territori federali.

In questo contesto, il capo dello Stato federale (detto Yang di-Pertuan Agong, “Colui che è stato reso Signore” in italiano) agisce su consiglio del primo ministro e ha poteri discrezionali sulla sua nomina. È anche il comandante in capo delle forze armate malaysiane e svolge alcune funzioni diplomatiche, come ricevere gli inviati stranieri e rappresentare la Malaysia nelle visite di stato. Tutte le leggi, le nomine governative e lo scioglimento del parlamento per le elezioni generali richiedono il suo consenso. È inoltre il capo dell’Islam nel proprio stato, nei quattro stati non monarchici e nei tre territori federali. Il potere amministrativo a livello federale è invece conferito al primo ministro e al parlamento.

La cosa peculiare è che, pur essendo considerato il re dell’intero paese per la durata del suo mandato, lo Yang di-Pertuan Agong rimane in carica soltanto cinque anni: alla scadenza del proprio mandato il suo successore viene eletto dalla conferenza dei governanti, composta dai nove monarchi e dai quattro capi di stato dei territori federali non monarchici. Solo i nove monarchi partecipano però all’elezione dello Yang di-Pertuan Agong, così come alle discussioni relative ai privilegi dei governanti e alle usanze religiose. Il sistema esiste dal 1957, quando la Malaysia si è dichiarata indipendente dal Regno Unito.

Queste elezioni sono per lo più simboliche, dato che la conferenza dei governanti ha stabilito da tempo un ordine di rotazione preciso per assicurarsi che ognuna delle famiglie reali della Malaysia sia rappresentata a turno. Prima di Iskandar, che salirà al trono il 31 gennaio, c’è stato il sultano in carica Abdullah Sultan Ahmad Shah del Pahang centrale, il cui regno è stato segnato dal susseguirsi di quattro primi ministri, in un periodo particolarmente tumultuoso per la politica interna malaysiana. Nonostante la natura cerimoniale dell’incarico, quindi, negli ultimi anni il ruolo del re è diventato più rilevante a livello politico, dato il compito di nominare il primo ministro anche nei casi in cui non emerga un chiaro vincitore dalle elezioni parlamentari.