Il dizionario storico di lingua svedese è stato completato dopo 140 anni
Ha più di 33mila pagine e i volumi dalla A alla R vanno già aggiornati perché troppo vecchi
La settimana scorsa è stato mandato in stampa l’ultimo volume dello Svenska Akademiens ordbok, cioè il dizionario dell’Accademia svedese, il più completo mai realizzato finora sulla lingua svedese e sulla sua evoluzione nella storia. È un dizionario storico che per volume, accuratezza e numero di lemmi è paragonabile a pochissime altre opere simili, come l’Oxford English Dictionary: non include solo le parole svedesi di uso attuale, ma anche quelle usate in passato, con etimologia, numerosi esempi e citazioni. Per arrivare ad averlo ci sono voluti 140 anni, ma il lavoro non è ancora finito.
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Lo Svenska Akademiens ordbok (SAOB) è stato commissionato dall’Accademia svedese, che fu fondata nel 1786 da re Gustavo III per promuovere la lingua e la letteratura del paese ed è l’organizzazione che assegna il premio Nobel per la Letteratura. È un dizionario molto grosso che di fatto racconta la lingua svedese dal 1521 all’epoca contemporanea attraverso 450mila voci articolate in 39 volumi, per un totale di 33.111 pagine. È più di dodici volte tanto quelle dello Zingarelli 2024, il vocabolario della lingua italiana più aggiornato di Zanichelli, che contiene 145mila voci in 2.688 pagine.
Il SAOB raccoglie le voci e il significato di decine di migliaia di parole tratte dai principali dizionari svedesi moderni e da quelli redatti nei secoli passati. Accanto alle singole voci e alle loro spiegazioni, ci sono inoltre 9 milioni di citazioni tratte da 20mila fonti risalenti a vari periodi, tra cui romanzi, periodici, ricostruzioni storiche e procedimenti giudiziari, usate come esempi per far capire l’origine di ciascun termine, le sue variazioni ortografiche e morfologiche e i suoi cambi di significato nel tempo. È insomma un’opera diacronica, vale a dire che spiega e illustra i significati attuali di ogni singola parola o espressione, ma anche i significati e le funzioni che ha avuto nel tempo.
Il curatore del progetto, Christian Mattsson, ha detto ad AFP che il dizionario ha cominciato a essere realizzato nel 1883 e che negli anni ci hanno lavorato 137 persone a tempo pieno. Al momento si può consultare online oppure in una delle circa 200 copie fisiche esistenti, che però vengono usate perlopiù da linguisti, ricercatori, storici o da chiunque possa averne necessità per consultare un testo antico.
Di fatto però il lavoro per completarlo non finisce mai. I volumi dalla A alla R per esempio sono così datati che dovranno essere rivisti per includere vocaboli recenti, come “app”, “computer” o più semplicemente “allergia”: una parola molto comune che è entrata nel lessico svedese attorno agli anni Venti, ma che come spiega Mattsson nel primo volume del dizionario non c’è, perché fu stampato nel 1893. Nel giro dei prossimi sette anni i vecchi volumi verranno rivisti per aggiungerci circa 10mila parole.
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Probabilmente il dizionario più conosciuto di questo tipo è l’Oxford English Dictionary (OED), che è considerato il principale strumento per conoscere il significato e la storia di centinaia di migliaia di vocaboli ed espressioni dell’inglese, da mille anni a questa parte. Nelle sue quasi 22mila pagine, l’OED comprende più di 500mila voci e 3,5 milioni di citazioni che vanno dalla letteratura classica alle riviste specializzate, dai testi delle canzoni ai post sui social media. Ha cominciato a essere compilato più di 150 anni fa, viene costantemente rivisto ed è aggiornato quattro volte all’anno.
Dizionari simili sono il Norske Akademis ordbok, cioè il Dizionario dell’Accademia Norvegese, che comprende termini, modi di dire e citazioni norvegesi dal 1830 circa a oggi, e il Grimm’s Deutsches Wörterbuch, il dizionario storico tedesco che raccoglie 336.485 parole. Nei Paesi Bassi c’è il Woordenboek der Nederlandsche Taal, che descrive il significato e la storia di 95mila parole olandesi, mentre il dizionario di riferimento per la Spagna e i paesi ispanofoni è il Diccionario de la lengua española, che ha cominciato a essere messo insieme nel 1780 ed è arrivato alla sua 23esima edizione.
C’è un dizionario storico anche in Italia: è il Grande dizionario della lingua italiana, che prese spunto dal Dizionario della lingua italiana redatto da Niccolò Tommaseo, Bernardo Bellini e Giuseppe Meini a partire dal 1861, e cominciò a essere curato un secolo dopo dal filologo Salvatore Battaglia. L’opera completa venne pubblicata nel 2002 e comprende 22.700 pagine in 22 volumi. Documenta l’evoluzione della lingua italiana attraverso milioni di citazioni tratte da 14mila testi tra opere letterarie e articoli di giornale, poesie, manuali e atti ufficiali. Nel 2004 e nel 2009 il dizionario è stato integrato con due supplementi e dal 2019 si può consultare online grazie a un accordo tra la casa editrice UTET Grandi Opere e l’Accademia della Crusca.
L’osservazione dell’evoluzione dei significati e delle funzioni delle parole di una lingua da parte di linguisti, ricercatori e appassionati viene fatta anche attraverso i corpora linguistici (al singolare corpus). Sono raccolte di testi selezionati per essere rappresentativi, indicizzati non solo per contenuto ma in alcuni casi anche per caratteristiche grammaticali, in modo da facilitare valutazioni e raffronti nell’uso, in diversi contesti geografici e cronologici. Uno dei più ampi in Italia è il CORIS, il “COrpus di Riferimento dell’Italiano Scritto”, che è stato curato dall’Università di Bologna e raccoglie più di 100 milioni di parole, 38 milioni delle quali tratte da articoli di quotidiani, mensili e settimanali, 25 da testi di narrativa e 22 da prosa accademica e giuridico-amministrativa.
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