La Striscia di Gaza è completamente isolata
Gli attacchi israeliani hanno fatto saltare le linee telefoniche e Internet: media e ong hanno perso i contatti con i loro collaboratori
Secondo diverse testimonianze i bombardamenti israeliani contro la Striscia di Gaza di venerdì, descritti come i più intensi dall’inizio della guerra con Hamas, hanno interrotto quasi completamente le comunicazioni nel territorio, rendendo la Striscia di Gaza di fatto isolata dal resto del mondo.
Le linee telefoniche non funzionano, così come la rete Internet, e molti media e organizzazioni internazionali non riescono a mettersi in contatto con i rispettivi corrispondenti e i collaboratori che si trovano nella Striscia. Al momento le informazioni sull’espansione delle operazioni militari annunciata venerdì sera da Israele sono quindi pochissime.
I primi malfunzionamenti sono stati segnalati attorno alle 18 ora italiana. Poco dopo l’osservatorio indipendente NetBlocks ha confermato che i dati in tempo reale mostravano «un crollo della connettività» su tutto il territorio. Paltel, una delle le principali compagnie telefoniche palestinesi, ha comunicato sui social network «la completa interruzione di tutti i servizi di comunicazione e Internet con la Striscia di Gaza per via dell’attacco in corso». Sono interrotti anche i servizi dell’operatore Jawwal.
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Con Internet e linee telefoniche fuori uso, la Mezzaluna Rossa palestinese – l’equivalente della Croce Rossa per i paesi islamici – ha perso tutti i contatti con il proprio personale nella Striscia. Lo stesso vale per ActionAid, una delle più grandi associazioni internazionali per i diritti umani, che si è detta «seriamente preoccupata» per la sicurezza dei propri collaboratori e per quella di tutte le persone di Gaza. «Il blackout [delle comunicazioni] isola la popolazione e rende praticamente impossibile cercare aiuto, condividere le loro storie o mantenere i contatti con i loro cari», in quella che è già una crisi umanitaria «catastrofica», ha detto l’associazione.
Ha perso i contatti con il proprio «staff a Gaza, con le strutture sanitarie, con gli operatori sanitari e il resto dei partner umanitari sul territorio» anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. In un post su X (Twitter), il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sollecitato la «protezione immediata per tutti i civili e pieno accesso agli aiuti umanitari» nella Striscia.
We have lost touch with our staff in Gaza, with health facilities, health workers and the rest of our humanitarian partners on the ground.
This siege makes me gravely concerned for their safety and the immediate health risks of vulnerable patients.
We urge immediate protection…
— Tedros Adhanom Ghebreyesus (@DrTedros) October 27, 2023
Anche il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha detto di non essere riuscito a contattare alcuni membri della sua famiglia che in questo momento si trovano nella Striscia di Gaza. «Possiamo soltanto pregare che riescano ad arrivare vivi a domani mattina», ha aggiunto Yousaf.
In queste circostanze anche i principali media internazionali stanno facendo fatica a comunicare con i loro inviati e i corrispondenti, e in vari casi gli stessi giornalisti hanno spiegato di non riuscire a comunicare con nessuno dei loro contatti a Gaza.
Tom Bateman, inviato della BBC a Gerusalemme, dice per esempio di aver inviato un messaggio su WhatsApp a una persona nella Striscia quando erano appena cominciati i bombardamenti, e che la seconda spunta non è mai comparsa: segnale che il telefono del destinatario non lo ha mai ricevuto. Non sono andati a buon fine né i suoi messaggi né le telefonate. Ha raccontato la stessa cosa Mehdi Musawi, giornalista di BBC Arabic, che per tutta la giornata era riuscito a sentire i suoi colleghi e alcune fonti che si trovavano nella Striscia solo su WhatsApp, e parlare al telefono con un segnale molto disturbato con il direttore dell’ospedale Al Shifa, quello sotto al quale secondo Israele si trova la principale base operativa di Hamas. «Dall’inizio della serata tutte le linee di comunicazione si sono interrotte», ha scritto Musawi. «Ho mandato un sacco di messaggi alle persone con cui avevo parlato poche ore prima, ma nessuno mi ha risposto».
Il giornalista di Al Jazeera Tareq Abu Azzoum sta riuscendo a condividere alcuni messaggi e video da Khan Yunis via satellite, e a intervenire sporadicamente in diretta: ma la redazione non riesce a contattarlo direttamente. In un video che sta circolando molto sui social network, Abu Azzoum dice che in questo momento «più di 2,3 milioni di palestinesi sono isolati dal mondo, incapaci di comunicare con i loro parenti o tra di loro», e aggiunge che potrebbe perdere la connessione «in qualsiasi momento».
'The situation is catastrophic right now. We can no longer communicate with the international community. Please guys, if you can hear us send that message to the world, that we are isolated in Gaza.' pic.twitter.com/yJ61d23qNH
— j (@jrc1921) October 27, 2023