Ci si può fidare del numero dei morti diffuso dal ministero della Salute della Striscia?
Non sempre, come mostra il caso dell'esplosione nell'ospedale di Gaza, ma nelle guerre passate si è rivelato abbastanza affidabile
Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, che è gestito da Hamas, ha reso pubblico giovedì un lungo elenco di 6.747 persone che secondo il ministero stesso sono state uccise nei bombardamenti israeliani. La lista include il nome, il numero di documento d’identità e il genere di ciascuna persona uccisa. Hamas non ha detto la ragione per cui ha diffuso la lista, ma la pubblicazione è avvenuta poche ore dopo che il presidente statunitense Joe Biden aveva detto di «non avere fiducia nei numeri [dei morti] che i palestinesi stanno usando», pur senza negare che le persone uccise a Gaza fossero comunque moltissime.
Il numero dei morti palestinesi fornito dal ministero della Salute di Gaza non può essere verificato in maniera indipendente, ma è comunque usato da tutti i media internazionali, con qualche cautela. È un numero che è generalmente considerato abbastanza affidabile, perché nelle guerre passate è sempre stato molto vicino ai conteggi realizzati in maniera indipendente. Ci sono comunque alcune considerazioni da fare.
Associated Press ha raccontato che l’elenco dei morti palestinesi viene compilato da un ufficio del ministero della Salute nella città di Gaza, che riceve aggiornamenti costanti dagli ospedali che si trovano nella Striscia. Gli ospedali registrano tutte le persone ferite che occupano un letto e tutti i cadaveri che arrivano negli obitori, e poi condividono i dati con il ministero. Associated Press ha potuto vedere il documento che i dipendenti del ministero utilizzano per conteggiare i morti. È un foglio di calcolo (come un documento Excel) diviso per categorie, ciascuna con un colore differente: nome, numero di documento di identità, data di ingresso nell’ospedale, tipo di ferita, condizione (se ferito o morto). Il ministero sostiene di utilizzare anche i dati di altre fonti, come la Mezzaluna Rossa (l’equivalente della Croce Rossa).
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Benché sia controllato da Hamas, che nella Striscia di Gaza gestisce un regime non democratico in cui la libertà d’espressione è ristretta e le comunicazioni sono censurate, il ministero della Salute ha in realtà una composizione ibrida. Quando nel 2007 Hamas prese il potere sulla Striscia di Gaza, scacciando dopo una guerra civile il partito moderato Fatah, mantenne comunque al suo posto buona parte dei dipendenti pubblici che erano stati assunti da Fatah, anche perché, essendo una milizia armata e un movimento politico eversivo, Hamas non aveva la possibilità di creare in poco tempo una propria burocrazia.
Hamas e Fatah peraltro si accordarono per fare in modo che l’Autorità palestinese (dominata da Fatah, che governa in Cisgiordania) continuasse a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici della Striscia di Gaza, cosa che avviene tuttora. Attualmente all’interno del ministero della Salute (così come di tutti i ministeri a Gaza) lavorano in parte i vecchi dipendenti che erano stati assunti al tempo del governo di Fatah e in parte persone nuove assunte da Hamas negli ultimi 15 anni.
I numeri delle persone morte fornite dal ministero della Salute nel corso di questa guerra non possono essere verificati in maniera indipendente, né dai pochi giornalisti che si trovano all’interno della Striscia né dalle organizzazioni internazionali o dalle ong.
Nelle guerre precedenti, tuttavia, questi numeri si erano sempre rivelati piuttosto simili alle verifiche fatte a posteriori dalle organizzazioni internazionali. Nella guerra del 2008 il ministero disse che erano morti 1.440 palestinesi e l’ONU, in seguito, confermò che i morti erano stati 1.385. Nella guerra del 2014 il ministero contò 2.310 morti e l’ONU 2.251. In alcuni casi i numeri si avvicinano anche a quelli del governo israeliano, che per esempio sempre nella guerra del 2014 contò 2.125 morti palestinesi.
Ci sono comunque alcune considerazioni da fare. Il conteggio dei morti fatto dal ministero della Salute non distingue tra civili e miliziani di Hamas e non specifica in che modo siano state uccise le persone, se a causa dei bombardamenti israeliani o se a causa, per esempio, di razzi di Hamas caduti all’interno della Striscia (cosa che avviene relativamente di frequente).
Alcuni giornalisti e osservatori, tra le altre cose, hanno sostenuto che nel corso del tempo le stime dei morti fatte dal ministero sono diventate meno affidabili. Luke Baker, ex capo dell’ufficio di Reuters a Gerusalemme, ha raccontato su X che «un tempo ci si poteva fidare dei dati che provenivano dal ministero [della Salute di Gaza]», ma che ora le cose sono cambiate. «Hamas è al potere da 16 anni», ha scritto Baker, «e ha succhiato via ogni onestà e integrità. Ogni funzionario del ministero che disobbedisce e non diffonde la stima dei morti che Hamas vuole diffondere rischia gravi conseguenze».
In alcuni casi nel corso di questa guerra le stime fatte dalle autorità di Gaza si sono rivelate esagerate, almeno nelle loro versioni preliminari. Il caso più notevole è quello dell’ospedale al Ahli di Gaza, colpito la scorsa settimana da una grave esplosione. Le autorità di Gaza dissero che a provocare l’esplosione era stato un missile israeliano, mentre ormai c’è un certo accordo sul fatto che sia stato un razzo palestinese caduto per sbaglio nella Striscia.
Soprattutto, poco dopo l’esplosione Hamas fece sapere che i morti all’ospedale erano stati tra i 500 e gli 833. La stima dei 500 morti, in particolare, fu ripresa da quasi tutti i giornali del mondo. In seguito il ministero della Salute si corresse e parlò di 471 morti. Molti governi internazionali, però, ritengono che questa stima sia comunque esagerata. L’intelligence statunitense ha stimato che i morti siano stati tra i 100 e i 300, anche se ha ammesso che fare un conteggio preciso è estremamente difficile.