La Slovacchia non invierà più armi all’Ucraina
Giovedì il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato in parlamento che il suo governo interromperà l’invio di armi e aiuti militari all’Ucraina e che si limiterà a fornire aiuti umanitari. La decisione di Fico è stata annunciata ad appena un giorno dalla sua nomina a primo ministro, ed era stata ampiamente anticipata nei giorni scorsi.
Fico ha 59 anni e in passato era stato primo ministro altre tre volte, dal 2006 al 2010 e in due governi dal 2012 al 2018. Il suo partito, Smer, che si colloca a sinistra ma ha posizioni filorusse e populiste, era risultato il più votato alle elezioni del 30 settembre. Oltre che da Smer il nuovo governo di Fico è composto da HLAS, altro partito populista di sinistra fondato dall’ex primo ministro Peter Pellegrini, e dal Partito nazionale slovacco (SNS), conservatore e populista.
Durante la campagna elettorale Fico aveva promesso di smettere di inviare armi in Ucraina e di opporsi alle sanzioni contro la Russia (la Slovacchia ha comunque già inviato in Ucraina la maggior parte delle sue scorte belliche). Al momento l’unico altro paese dell’Unione Europea esplicitamente ostile a sostenere l’Ucraina con armi, sussidi e legittimazione politica è l’Ungheria, guidata dal primo ministro semi autoritario Viktor Orbán.
«Sostengo che debbano esserci zero aiuti militari all’Ucraina. Un’immediata interruzione delle operazioni militari è la soluzione migliore che abbiamo per l’Ucraina. L’Unione Europea dovrebbe passare da fornitore di armi a pacificatore», ha detto Fico giovedì. Ha inoltre aggiunto che il suo governo non voterà «per alcuna sanzione contro la Russia a meno che non vedremo analisi del loro impatto sulla Slovacchia. E se qualche sanzione rischiasse di danneggiarci, come è avvenuto con la maggior parte delle sanzioni, non vedo alcuna ragione per sostenerle».