Il sindacato statunitense United Automobile Workers ha raggiunto un accordo provvisorio con Ford dopo quasi sei settimane di sciopero

 (AP Photo/Paul Sancya)
(AP Photo/Paul Sancya)

United Automobile Workers (UAW), il sindacato che da quasi sei settimane ha indetto uno sciopero contro i principali produttori di automobili degli Stati Uniti, cioè General Motors, Ford e Stellantis (a cui appartengono Fiat, Chrysler e Jeep, tra gli altri) ha raggiunto un accordo provvisorio con Ford. Affinché entri in vigore dovrà essere approvato dal comitato dell’UAW che si occupa dei rapporti con Ford e poi ratificato dagli iscritti al sindacato. UAW ha invitato i propri iscritti a riprendere il lavoro nelle fabbriche Ford durante il processo di ratifica. L’accordo prevede un aumento salariale del 25 per cento nell’arco di quattro anni e mezzo e aumenti ulteriori per i lavoratori a tempo determinato.

Dello sciopero si era molto parlato sia per le sue dimensioni, dato che era arrivato a coinvolgere circa 45.700 lavoratori e le tre aziende note come le “Big Three”, sia perché era diventato un tema della campagna elettorale per le elezioni statunitensi del 2024: il presidente Joe Biden si unì a un picchetto di operai in sciopero davanti a una fabbrica di General Motors (il primo presidente della storia a fare una cosa simile), mentre l’ex presidente Donald Trump, che potrebbe essere il principale avversario di Biden alle presidenziali del 2024, aveva tenuto un discorso in una fabbrica i cui operai non fanno parte di alcun sindacato.

Secondo le aziende, l’aumento delle spese legato agli aumenti salariali metterebbe a rischio gli investimenti nella transizione dalla produzione di auto a combustione interna, quindi a benzina o diesel, a quelle elettriche, un mercato in cui al momento le principali produttrici sono aziende non sindacalizzate come la giapponese Toyota e la statunitense Tesla.

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