Il sindacato statunitense United Automobile Workers ha raggiunto un accordo provvisorio con Ford dopo quasi sei settimane di sciopero
United Automobile Workers (UAW), il sindacato che da quasi sei settimane ha indetto uno sciopero contro i principali produttori di automobili degli Stati Uniti, cioè General Motors, Ford e Stellantis (a cui appartengono Fiat, Chrysler e Jeep, tra gli altri) ha raggiunto un accordo provvisorio con Ford. Affinché entri in vigore dovrà essere approvato dal comitato dell’UAW che si occupa dei rapporti con Ford e poi ratificato dagli iscritti al sindacato. UAW ha invitato i propri iscritti a riprendere il lavoro nelle fabbriche Ford durante il processo di ratifica. L’accordo prevede un aumento salariale del 25 per cento nell’arco di quattro anni e mezzo e aumenti ulteriori per i lavoratori a tempo determinato.
Dello sciopero si era molto parlato sia per le sue dimensioni, dato che era arrivato a coinvolgere circa 45.700 lavoratori e le tre aziende note come le “Big Three”, sia perché era diventato un tema della campagna elettorale per le elezioni statunitensi del 2024: il presidente Joe Biden si unì a un picchetto di operai in sciopero davanti a una fabbrica di General Motors (il primo presidente della storia a fare una cosa simile), mentre l’ex presidente Donald Trump, che potrebbe essere il principale avversario di Biden alle presidenziali del 2024, aveva tenuto un discorso in una fabbrica i cui operai non fanno parte di alcun sindacato.
Secondo le aziende, l’aumento delle spese legato agli aumenti salariali metterebbe a rischio gli investimenti nella transizione dalla produzione di auto a combustione interna, quindi a benzina o diesel, a quelle elettriche, un mercato in cui al momento le principali produttrici sono aziende non sindacalizzate come la giapponese Toyota e la statunitense Tesla.
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