Un gioco da tavolo per far appassionare ai giochi da tavolo

Coi suoi draghetti pucciosi, Flamecraft è uno di quei rari giochi che avvicinano neofiti anche molto giovani a meccaniche di gioco avanzate

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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

Nel gergo degli amanti dei giochi da tavolo c’è un termine specifico che descrive quei giochi che, per un motivo o per l’altro, sono perfetti per trasformare i giocatori occasionali in grandi appassionati nel giro di qualche partita, introducendoli a meccaniche che si trovano anche in giochi più complessi senza però risultare troppo impegnativi. Si chiamano gateway games (“giochi d’accesso”, più o meno) e, tra le migliaia di titoli in circolazione, sono considerati piuttosto rari.

Non tutti ovviamente funzionano per tutti: c’è chi si è appassionato ai giochi da tavolo grazie a Ticket to Ride (uno dei più celebri giochi degli ultimi trent’anni) e chi grazie a Dixit, chi scopre di amare i giochi basati sul posizionamento di tessere giocando a Carcassonne e chi a partire da Exploding Kittens è entrato nel tunnel dei giochi di Kickstarter e non ne è più uscito. Nel 2022 il game designer Manny Vega ha creato un gioco per ora meno famoso di questi, ma che secondo molti critici è entrato immediatamente nella categoria. Si chiama Flamecraft, è edito da Lucky Duck Games, ed è anche uno dei giochi da tavolo con il miglior rapporto qualità-prezzo che si trovano al momento sul mercato.

Flamecraft è ambientato in un villaggio di draghetti artigiani – fabbri, panettieri, orefici, fiorai, alchimisti o macellai – che devono trovare un negozio dove andare a lavorare. Il giocatore (detto “Custode della fiamma”) può fare due cose: visitare i negozi per ottenere merci, piazzare draghetti che poi ci lavoreranno e usare il potere di uno dei draghi, oppure fare un incantesimo ai negozi, aumentando le merci che tutti otterranno visitandoli ma soprattutto guadagnando un maggior numero di punti (che in Flamecraft si chiamano “reputazione” e sono rappresentati da un piccolo cuore di legno che si muove lungo un tracciato) e usando il potere di tutti i draghi presenti in quel negozio contemporaneamente. Come sempre, è più difficile a dirsi che a farsi: anzi, spiegarlo a qualcuno con il gioco davanti è particolarmente facile.

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In pratica si tratta quindi di un classico gioco di worker placement (altra categoria, traducibile con “piazzamento dei lavoratori”), in cui al giocatore viene richiesto di costruire un meccanismo sempre più complesso per moltiplicare i propri punti e risorse in modo da accumularne più degli altri alla fine del gioco. I punti si ottengono soprattutto incantando i negozi, piazzando i draghetti, donando merci agli altri giocatori e soddisfacendo le richieste dei Draghi Eleganti, che sono l’unico vero elemento di aleatorietà del gioco e fungono sostanzialmente da carte obiettivo. Il fatto che i Draghi Eleganti possano portare chi li usa sapientemente a superare gli altri giocatori anche di vari punti alla fine del gioco può creare un po’ di frustrazione, che è comunque difficile da evitare del tutto indipendentemente dal titolo cui si decide di giocare.

La partita finisce quando finiscono le carte Drago Artigiano o quelle Incantesimo: questo limite oggettivo aiuta molto a evitare che una partita si trascini per ore, annoiando i giocatori occasionali poco abituati a passare molto tempo concentrati su un singolo gioco. Ma soprattutto, la meccanica di gioco è veramente semplice da insegnare. Anche se diventa senza dubbio più complessa man mano che la partita avanza, e verso la fine i giocatori si trovano a dover soppesare tantissime opzioni per capire quale mossa fare, l’ambientazione molto rilassata e il numero limitato di azioni possibili rendono Flamecraft un gioco accessibile e consigliato anche alle famiglie che vogliono introdurre i figli ai giochi da tavolo. L’importante è che sappiano già leggere piuttosto bene: per questo, sulla scatola c’è scritto che è un gioco adatto ai maggiori di 10 anni.

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I giocatori più esperti possono poi decidere di giocare con un mazzo Incantesimi un po’ più complesso oppure con i Draghi Aiutante, che introducono una piccola asimmetria tra giocatori dando a ognuno un potere diverso che possono usare durante la partita. È importante sottolineare che per le persone già appassionate al genere, comunque, esistono tantissimi altri titoli che fanno un lavoro più complesso e probabilmente più stimolante di Flamecraft: la sua forza, come dicevamo, sta piuttosto nell’essere un gioco che i neofiti considereranno stimolante e divertente, e gli esperti non troveranno tedioso. C’è addirittura la possibilità che “gli allievi superino i maestri”, man mano che capiscono cosa ha senso fare o meno.

Un difetto della versione italiana di Flamecraft è che alcune carte non sono spiegate molto bene – probabilmente un difetto di traduzione dall’originale, che è in inglese – ed è quindi necessario consultare il web per capirle. Il libretto delle istruzioni è però molto chiaro e completo: si sofferma a spiegare nel dettaglio gli effetti delle varie carte negozio e Drago Elegante, contiene le risposte a qualsiasi dubbio possa sorgere durante il gioco, e prevede anche istruzioni per chi volesse eventualmente giocarci da solo. Dall’esperienza della redattrice che l’ha provato, le partite in due persone sono un po’ più rilassate, ma godibili: le più divertenti sono quelle tra tre o quattro persone.

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A distinguere davvero Flamecraft da tantissimi altri giochi con meccaniche identiche, sono le illustrazioni e i pezzi del gioco. Senza lo stile tenero e molto fumettistico dell’illustratrice Sandara Tang il gioco non sarebbe lo stesso: Tang ha realizzato un’illustrazione diversa per ognuno dei draghetti presenti nel mazzo, e fermarsi a guardarli durante il gioco è un piacere.  Al posto di un classico tabellone di cartone, poi, c’è un lungo playmat in neoprene su cui è rappresentata la città in cui si muovono i draghi. Occupa veramente molto spazio (è lungo più di un metro) e chi dovesse avere problemi di spazio può giocare anche senza, ma aiuta veramente moltissimo a sentirsi coinvolti nell’immaginario del gioco e rende molto più semplice la fase di posizionamento delle varie carte all’inizio della partita (il setup, in gergo). Tutti i nomi dei negozi e dei draghetti si basano su simpatici giochi di parole. Le merci sono molto piccole (altro motivo per non giocare con bambini sotto una certa età), ma in generale i pezzi sono ben curati: le statuine a forma di drago che vedete nelle foto sono in realtà un’espansione acquistabile separatamente, ma anche le pedine drago in legno presenti della versione base sono molto belle e divertenti.

Flamecraft si può acquistare online a 39 euro su Amazon, Feltrinelli, e IBS.

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.