Sarà Maria Corina Machado la nuova leader dell’opposizione in Venezuela?
I risultati parziali delle primarie di domenica la danno molto avanti, ma la sua "elezione" non è certa nemmeno in caso di vittoria
In Venezuela è in corso lo spoglio dei voti delle elezioni primarie di domenica in cui si sceglieva il nuovo leader dell’opposizione che sarà candidato alle elezioni presidenziali del 2024, nelle quali cercherà la rielezione l’attuale presidente autoritario Nicolás Maduro. Gli ultimi dati, diffusi a mezzanotte, dicono che la favorita a vincere le primarie è Maria Corina Machado: con poco più del 26 per cento delle schede scrutinate, Machado è al 93,1 per cento dei voti.
Quelle tenute domenica sono state le prime elezioni primarie in più di 10 anni in Venezuela. Si sono tenute pochi giorni dopo un importante accordo concluso tra il governo e l’opposizione che prevedeva la presenza di osservatori esterni e indipendenti alle elezioni presidenziali del 2024. Le forze politiche venezuelane avevano fatto quell’accordo con l’obiettivo di convincere gli Stati Uniti a rimuovere parte delle sanzioni imposte dopo le elezioni del 2018, quando lo scontro tra Maduro e Juan Guaidó, allora leader dell’opposizione, si era trasformato in una crisi istituzionale (Guaidó era stato riconosciuto come presidente legittimo da buona parte della comunità internazionale).
Le primarie di domenica sono state organizzate dall’opposizione nel tentativo di trovare un candidato con un sostegno sufficiente a sconfiggere Maduro, che è al potere in Venezuela da oltre 10 anni. Si sono svolte senza un sostegno organizzativo da parte del governo, con seggi elettorali allestiti nelle case, nei parchi pubblici e nelle sedi dei partiti d’opposizione. Tutto questo ha reso ancora più significativa la forte affluenza registrata dai primi dati diffusi dopo il voto. Il governo di Maduro, nel frattempo, ha liquidato l’importanza di queste votazioni definendole una «frode» senza credibilità.
Come detto, Machado è molto avanti nei risultati parziali, ma se anche dovesse vincere potrebbe non potersi effettivamente candidare alle elezioni del 2024. Lo scorso giugno le è stato vietato di ricoprire incarichi pubblici per 15 anni sulla base di una serie di accuse, soprattutto di corruzione, mosse dal Controllore generale, organo supervisore su una serie di questioni economiche in enti pubblici. Il Controllore aveva esteso un divieto già imposto su Machado in passato, per accuse legate al suo sostegno di Guaidó e delle sanzioni imposte contro il Venezuela: anche in questo caso il divieto era stato molto criticato e visto come un tentativo del governo di Maduro di indebolire l’opposizione.
Alcuni sostengono che Machado proverà a convincere il consiglio elettorale a farla candidare, mentre altri ipotizzano che potrebbe scegliere un altro candidato delle primarie al suo posto (cosa che però potrebbe essere contestata dagli esclusi).
Machado è un’ingegnera di 56 anni del partito Vente Venezuela, da lei stessa fondato nel 2012. È soprannominata la dama de acero (signora d’acciaio) e nel 2018 fu inserita dalla BBC nella lista delle 100 donne più influenti al mondo. Si definisce una liberale centrista profondamente anticomunista. Per affrontare la profonda crisi economica che sta attraversando il Venezuela, ha proposto di privatizzare una parte del settore petrolifero, in particolare la compagnia petrolifera statale PDVSA e l’azienda siderurgica Sidor, e di ottenere finanziamenti da enti internazionali come la Banca Mondiale per far ripartire l’economia.
Machado è molto apprezzata per la fermezza e la risolutezza con cui si è relazionata al regime di Maduro, criticandolo e restando nel paese quando altri oppositori lo avevano lasciato (Maduro ha molto limitato la libertà d’espressione e i diritti civili nel paese, e molti dissidenti sono finiti in carcere). In passato ha sostenuto che Maduro dovesse essere destituito a tutti i costi, anche attraverso processi non democratici.
La campagna elettorale di Machado si è contraddistinta anche per un certo grado di violenza, con minacce e atti vandalici contro la sede del suo partito. Durante un suo comizio un gruppo di sostenitori di Maduro le ha inoltre gettato addosso del sangue di animale.