Il carburante è stato escluso dagli aiuti arrivati alla Striscia di Gaza
È fondamentale per dare energia elettrica a ospedali e case, ma Israele teme che possa essere usato da Hamas per scopi militari
Tra sabato e domenica due convogli di aiuti umanitari sono entrati dentro alla Striscia di Gaza portando cibo, acqua, medicine e generi di prima necessità. Nessuno dei convogli, però, trasportava carburante, che è una delle risorse necessarie per la vita nella Striscia, e che al momento consente, tramite l’utilizzo di generatori, di ottenere l’energia elettrica per gli ospedali, per la preparazione del cibo e per le case, tra le altre cose.
I generatori sono macchinari che bruciano carburante per produrre energia elettrica. Possono essere piccoli o grandi, a seconda delle esigenze, e il loro funzionamento non è molto diverso da quello del motore di un’automobile: utilizzano carburante per produrre energia. In molte aree del mondo, non soltanto a Gaza, sono estremamente diffusi perché spesso le forniture di energia elettrica via cavo sono discontinue e inaffidabili, e usare un generatore è un modo per avere elettricità anche quando l’elettricità non arriva.
Nei primi giorni della guerra Israele, da cui dipende il grosso delle forniture elettriche della Striscia di Gaza, ha tagliato completamente le forniture di elettricità, e ora i generatori sono l’unica cosa che impedisce alla Striscia di rimanere al buio.
La questione però non riguarda soltanto l’illuminazione. I generatori forniscono l’elettricità necessaria anche per far andare i macchinari negli ospedali, per riscaldare i forni per cuocere il pane e così via. Dopo che Israele ha tagliato le forniture elettriche, la Striscia di Gaza ha continuato a sopravvivere grazie ai generatori e al carburante. Il problema è che le scorte di carburante si stanno esaurendo.
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Il 10 ottobre ha chiuso l’unica centrale elettrica presente nella Striscia perché non aveva più carburante da bruciare per produrre elettricità, e ora tutte le forniture di energie dipendono dai generatori e dalle scorte di carburante private. Poiché erano molto diffusi da prima dell’inizio della guerra, tutti gli ospedali, moltissimi esercizi commerciali e molte famiglie dispongono dei generatori necessari a produrre energia elettrica almeno per le attività di emergenza. Gli ospedali, per esempio, grazie ai generatori riescono a mantenere in funzione le incubatrici per i neonati prematuri, le macchine per la respirazione, a tenere accesa la luce nelle sale dove si opera e così via. Ma secondo varie stime fatte da agenzie internazionali e dalle persone del luogo il carburante potrebbe esaurirsi del tutto nei prossimi giorni.
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Secondo il Washington Post la decisione di escludere il carburante dai convogli umanitari è una concessione fatta a Israele, che teme che il carburante una volta entrato nella Striscia di Gaza sia requisito da Hamas e usato per scopi militari. Da quando, dal 2007, Hamas controlla Gaza, Israele ha sempre vietato l’ingresso nella Striscia dei prodotti e dei materiali cosiddetti “a doppio uso”, cioè che potevano essere usati sia dai civili sia dai miliziani di Hamas. Prima della guerra, però, le forniture di carburante erano piuttosto abbondanti. Adesso, apparentemente, Israele ha cominciato a ritenere che anche il carburante possa avere un doppio uso.
In questi giorni il ministero della Salute della Striscia (cioè Hamas) ha indirizzato parte delle scorte di carburante verso gli ospedali e fatto appello ai privati di mandare agli ospedali il carburante di cui dispongono. È tuttavia plausibile che l’ala militare di Hamas disponga ancora di ampie scorte di carburante, che sta conservando per contrastare la probabile e imminente operazione via terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
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