Sono cominciati i controlli alla frontiera con la Slovenia
Dureranno 10 giorni, impegneranno 350 fra agenti e militari: il governo li ha giustificati con ragioni di sicurezza per possibili infiltrazioni terroristiche
Sono cominciati ufficialmente alle 14 di sabato i controlli in tutti i varchi di confine con la Slovenia, dopo la decisione del governo italiano annunciata mercoledì di sospendere temporaneamente il trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei. Attivato con una procedura d’urgenza, il ripristino dei controlli prevede che tutti coloro che attraversano la frontiera fra Italia e Slovenia, in entrata o in uscita, possano essere fermati per un controllo dei documenti.
Il governo aveva giustificato la decisione con ragioni di sicurezza legate a possibili infiltrazioni terroristiche attraverso i Balcani: nel comunicato ufficiale si citavano le tensioni generate dal conflitto israelo-palestinese, ma anche «la costante pressione migratoria via mare e via terra» collegandola a una presunta «possibile infiltrazione terroristica».
L’Italia ha quindi sospeso l’accordo di Schengen, ovvero un’intesa che garantisce la libera circolazione di persone e merci sul territorio europeo a cui aderiscono 23 dei 27 paesi membri dell’Unione Europea (e tra questi anche la Slovenia). È una misura senza precedenti: l’Italia aveva sospeso Schengen solo in concomitanza con lo svolgimento sul territorio nazionale di eventi internazionali di grande rilevanza, come il G20 di Roma (novembre del 2021), il G7 di Taormina (maggio del 2017) e il G8 dell’Aquila (luglio del 2009).
I controlli alla frontiera con la Slovenia dureranno inizialmente dieci giorni, fino alle 14 del 31 ottobre, poi potrebbero essere prorogati, ma domenica il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto che saranno oggetto di una riunione a Trieste con i governi di Slovenia e Croazia per «concordare delle modalità di attuazione».
Il confine fra Italia e Slovenia è lungo 232 chilometri e ha 22 varchi, fra principali e secondari: per presidiarli tutti è stato necessario far arrivare in Friuli Venezia Giulia 350 fra agenti e militari, con il possibile supporto di telecamere e droni. La Protezione civile regionale è intervenuta per fornire alcune strutture logistiche necessarie, come torri faro, tende, moduli abitativi e strumentazione radio per le zone non coperte dalla rete di telefonia mobile.
Insieme all’Italia vari altri paesi dell’Unione Europea hanno notificato alle istituzioni europee la decisione di sospendere Schengen temporaneamente in questi giorni e nelle prossime settimane: tra questi Slovenia (ha istituito controlli alle frontiere con Ungheria e Croazia), Austria, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.