È morto Bobby Charlton
Uno dei più forti calciatori inglesi di sempre: aveva 86 anni, era sopravvissuto al disastro aereo di Monaco e aveva vinto con l'Inghilterra il Mondiale del 1966
È morto a 86 anni Bobby Charlton, uno dei migliori calciatori inglesi di sempre, considerato fra i più forti nella storia del calcio: fu tra i protagonisti dell’unica vittoria dell’Inghilterra in una Coppa del Mondo, nel 1966. Charlton ha giocato per quasi tutta la carriera con il Manchester United, di cui è stato capitano e simbolo per molti anni: nel 1968 vinse con la maglia dello United la Coppa dei Campioni, dieci anni dopo essere sopravvissuto all’incidente aereo di Monaco che aveva coinvolto la squadra. Allora erano morte 23 persone, fra cui otto suoi compagni di squadra.
Charlton era nato a Ashington, nel Northumberland, regione settentrionale dell’Inghilterra: già a sedici anni era entrato nel Manchester United, e tre anni dopo sarebbe diventato un titolare della squadra allenata da Matt Busby, altro personaggio fondamentale nella storia della squadra. Veniva da una famiglia di calciatori: anche suo fratello Jack Charlton, difensore, sarebbe diventato campione del mondo con l’Inghilterra nel 1966 e cinque dei suoi zii, George, Jack, Jim, Stan e Jackie Milburn furono calciatori professionisti.
Charlton giocava prevalentemente a centrocampo, nel ruolo di mezzala, ma spesso veniva anche schierato centravanti: era infatti considerato un giocatore “totale”, capace di occupare ogni posizione, grazie a enormi capacità tecniche e ottime doti atletiche, che mascherava con un fisico e un aspetto non esattamente da sportivo, almeno per la concezione moderna. Nell’ultima parte della sua carriera portava un vistoso riporto a coprire la calvizie, a cui non rinunciava nonostante fosse difficilmente gestibile durante le partite.
Sir Bobby Charlton CBE, 1937-2023.
Words will never be enough.
— Manchester United (@ManUtd) October 21, 2023
Col Manchester United iniziò a vincere nel 1957 il campionato inglese. Nel febbraio del 1958 segnò due volte a Belgrado in una partita finita 3-3 contro la Stella Rossa e valida per la Coppa dei Campioni: al ritorno l’aereo che trasportava la squadra si fermò a Monaco per fare carburante. Quando provò a ripartire, in cattive condizioni meteorologiche, non riuscì a decollare: l’aereo urtò alberi e abitazioni e si spezzò in due. Morirono 23 persone, il copilota e lo steward di cabina, otto giocatori del Manchester United, tre membri dello staff della squadra, sette giornalisti al seguito, l’agente di viaggi che organizzò la trasferta e un tifoso dello United amico dell’allenatore. Si salvarono quattro membri dell’equipaggio, otto giocatori, l’allenatore Matt Busby, tre giornalisti, due passeggeri serbi e la moglie dell’agente di viaggi ungherese.
Charlton riportò solo ferite lievi e un mese dopo poté già tornare in campo. Busby impostò intorno a lui, allora ventunenne, la ricostruzione della squadra, che sarebbe tornata a vincere il campionato in Inghilterra nel 1965 e nel 1967 e che nel 1968 avrebbe vinto la Coppa Campioni in finale contro il Benfica. Charlton era capitano e segnò due gol in finale. Quando lasciò lo United, nel 1973, deteneva i record di presenze (758) e di gol segnati (249), battuti poi da Ryan Giggs e Wayne Rooney rispettivamente.
Anche in nazionale fu a lungo il giocatore con più gol segnati (49), ma ebbe soprattutto un ruolo fondamentale nel Mondiale del 1966, quando guidò l’Inghilterra alla vittoria nel Mondiale giocato in casa: giocò tutte le partite e segnò tre gol, compresi due in semifinale.
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