La visita di Biden in Israele si è complicata
L'esplosione all'ospedale al Ahli ha sconvolto tutti i programmi diplomatici, e ottenere risultati sarà molto più difficile
L’esplosione che martedì notte ha colpito l’ospedale di al Ahli nella città di Gaza, nella quale sono state uccise moltissime persone, ha sconvolto i piani diplomatici del presidente americano Joe Biden, che è arrivato mercoledì mattina in Israele per una visita molto attesa. Durante la sua visita in Medio Oriente, Biden avrebbe dovuto incontrare sia il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sia i leader di alcuni importanti paesi arabi nella regione, allo scopo di mostrare che gli Stati Uniti possono svolgere un ruolo di garanzia e di mediazione non soltanto per Israele, ma anche per almeno una parte del mondo arabo.
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Ma l’esplosione all’ospedale ha sconvolto questi piani: l’incontro con i leader arabi è stato annullato, e Biden, a meno di sorprese, visiterà soltanto Israele e incontrerà soltanto il primo ministro israeliano Netanyahu. L’annullamento degli incontri potrebbe portare anche a un ridimensionamento dei risultati che Biden sarà capace di ottenere in questo viaggio: se fino a martedì c’erano aspettative abbastanza alte sul fatto che la visita del presidente americano avrebbe potuto ottenere qualche progresso nell’alleviare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza o nel moderare l’intervento militare israeliano, ora le possibilità che questo avvenga sono più scarse.
La visita di Biden in Medio Oriente (la seconda in un contesto di guerra attiva, dopo quella in Ucraina di febbraio) era stata organizzata dopo un lavoro diplomatico intenso da parte del segretario di Stato Antony Blinken, che negli scorsi giorni aveva viaggiato in molti paesi del Medio Oriente e parlato con decine di leader e funzionari. Alla fine, Blinken era riuscito a ottenere quello che da molti era considerato un buon risultato, viste le condizioni: Biden avrebbe dovuto prima incontrare Netanyahu a Tel Aviv, in Israele, e poi sarebbe andato in Giordania, dove avrebbe partecipato a una riunione con il re giordano Abdallah II, con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e con il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas.
Non si conoscono ovviamente i piani di Biden, ma l’idea generale era che in Israele Biden avrebbe fatto pressione su Netanyahu per moderare la risposta militare al massacro di civili del 7 ottobre, per cercare di alleviare la crisi umanitaria nella Striscia, dove la popolazione civile è da giorni senza acqua né elettricità, e per creare corridoi umanitari.
Nell’incontro con i leader arabi, poi, Biden avrebbe potuto fare pressione soprattutto sull’egiziano al Sisi per aprire il varco di Rafah, cioè il passaggio di frontiera tra la Striscia e l’Egitto, e consentire il passaggio di aiuti umanitari ed eventualmente anche di profughi. L’incontro con i leader arabi avrebbe inoltre accreditato gli Stati Uniti come un interlocutore che non parla soltanto con gli alleati israeliani, ma che è capace di mediare tra tutte le parti.
Questo progetto è saltato con l’esplosione all’ospedale di al Ahli. Martedì notte Hamas, che governa la Striscia di Gaza, ha accusato Israele di aver bombardato la struttura, Israele ha invece accusato il Jihad Islamico, un altro gruppo radicale della Striscia. Al momento non è possibile attribuire in maniera affidabile la responsabilità della strage. Nonostante questo, nei paesi arabi c’è stata un’adesione immediata alla teoria per cui gli unici responsabili sono gli israeliani. Nel giro di poche ore sono state organizzate grandi e rabbiose manifestazioni in moltissimi paesi arabi e musulmani, compresi la Giordania, l’Egitto e la Cisgiordania.
Quasi immediatamente i leader di quei paesi si sono adattati: dapprima Mahmoud Abbas ha detto che non avrebbe partecipato all’incontro con Biden, e poi il governo giordano ha detto che non l’avrebbe più ospitato sul suo territorio. Nella notte la stessa amministrazione americana è stata costretta ad ammettere che l’incontro era stato annullato.
Ora Biden, a meno di sorprese, visiterà soltanto Israele e incontrerà soltanto Netanyahu, e con ogni probabilità questa cosa non farà che alimentare la rabbia all’interno del mondo arabo. Ovviamente ci sono buone probabilità che il presidente americano ottenga risultati da questa visita, e che riesca a convincere Israele a fornire almeno un po’ di sollievo ai civili assediati della Striscia. Ma dopo l’esplosione all’ospedale le aspettative si sono abbassate.