Il governo e l’opposizione in Venezuela si sono accordati per organizzare nuove elezioni e cercare di sbloccare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti
Martedì il governo del Venezuela ha raggiunto un accordo con l’opposizione per organizzare le prossime elezioni presidenziali nella seconda metà del 2024 alla presenza di osservatori esterni e indipendenti, tra cui le Nazioni Unite e l’Unione Europea. L’accordo è un passo avanti verso la rimozione delle sanzioni imposte al paese nel 2019, quando si intensificò lo scontro tra il presidente Nicolás Maduro e il leader dell’opposizione, Juan Guaidó, che fu riconosciuto come presidente legittimo da buona parte della comunità internazionale: le sanzioni, principalmente sul petrolio, furono imposte al Venezuela dagli Stati Uniti ai tempi della presidenza di Donald Trump, per spingere Maduro a organizzare elezioni libere nel paese.
Non ci sono ancora molte informazioni sulle modalità con cui, in base all’accordo di martedì, gli Stati Uniti dovrebbero allentare le sanzioni imposte al Venezuela. In una dichiarazione congiunta Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Canada hanno detto di «accogliere con favore l’accordo politico» di martedì e di ritenerlo un passo necessario al «ripristino della democrazia in Venezuela». Nello stesso comunicato hanno però ribadito anche alcune altre richieste, tra cui la liberazione dei prigionieri politici e l’introduzione di maggiori garanzie sul rispetto della libertà d’espressione e dei diritti umani: sono tutte questioni non contemplate dall’accordo appena firmato. I negoziati tra il governo del Venezuela e l’opposizione erano fermi da quasi un anno, l’ultimo accordo preliminare tra le due parti era stato fatto a novembre del 2022.