Il responsabile dell’attacco a Bruxelles è stato ucciso dalla polizia
Era un tunisino noto alle forze antiterrorismo, dopo l'attacco aveva girato un video dicendo di essersi ispirato allo Stato Islamico
Martedì mattina il responsabile dell’attacco a Bruxelles di lunedì, in cui erano state uccise due persone, è stato individuato e ucciso dalla polizia belga nel quartiere di Schaarbeek, a nord del centro. La conferma della morte dell’uomo è stata data dalla ministra dell’Interno belga, Annelies Verlinden.
L’uomo è stato identificato dalla polizia belga con il nome Abdesalem L. Lunedì sera aveva ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco due tifosi di calcio svedesi non lontano da Place Sainctelette, a metà strada fra la piazza centrale della città e il quartiere di Molenbeek. Dopo l’attacco, che il governo belga considera un atto di terrorismo, l’uomo era scappato ed era rimasto in fuga per diverse ore. Martedì sera l’attacco è stato rivendicato dallo Stato Islamico.
Lunedì sera Eric van Duyse, portavoce della procura federale belga, ha detto che dopo l’attacco Abdesalem L. aveva pubblicato sui social network un video in cui rivendicava di essere l’attentatore. Nella registrazione l’uomo sosteneva di ispirarsi allo Stato Islamico (o ISIS) e citava la nazionalità svedese delle due persone uccise come motivo dell’attacco. «In questa fase non c’è alcuna prova di un collegamento con la situazione israelo-palestinese», ha specificato il portavoce della procura.
Tutto era iniziato lunedì sera intorno alle 19 quando Abdesalem L., vestito con un giubbotto di colore arancione, era sceso da uno scooter e aveva iniziato a sparare ai passanti con un fucile semi automatico. Aveva ucciso due cittadini svedesi che stavano raggiungendo lo stadio “Re Baldovino” per la partita fra Belgio e Svezia, valida per le qualificazioni agli Europei del 2024: la partita era stata poi sospesa alla fine del primo tempo, dopo che era arrivata anche ai calciatori la notizia dell’attacco. Una terza persona era rimasta ferita: è stata ricoverata ma non si trova in pericolo di vita.
Il ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, ha detto che Abdesalem L. era noto alle autorità perché nel luglio del 2016 una polizia straniera (non si sa quale) aveva trasmesso informazioni secondo cui l’uomo si era “radicalizzato”, quindi aveva aderito a una dottrina particolarmente estrema e violenta dell’Islam, e aveva mostrato l’intenzione di voler raggiungere una zona di guerra per unirsi allo Stato Islamico.
Van Quickenborne ha specificato però che le informazioni erano state verificate e non era emerso nessun rischio concreto di radicalizzazione: Il Joint Information Center, uno degli organi belgi che si occupano di antiterrorismo, ha spiegato che Abdesalem L. era noto alle autorità tunisine solo per reati comuni. Abdesalem L. aveva anche chiesto asilo, ma la sua domanda era stata respinta dalle autorità belghe nel 2021.
Non è ancora chiaro perché Abdesalem L. ce l’avesse con la Svezia. In agosto il governo svedese aveva deciso di alzare l’allerta per minaccia terroristica dal livello 3 al 4, su una scala di cinque. La decisione era stata presa dopo che in Svezia c’erano state alcune manifestazioni in cui era stato bruciato il Corano, il testo sacro dell’Islam, che avevano causato grosse proteste in molti paesi a maggioranza musulmana.
Dopo l’attacco di lunedì le misure di sicurezza sono state rafforzate a Bruxelles e in tutto il Belgio. L’OCAM, l’organo di coordinamento in caso di minacce terroristiche, ha alzato il livello di allerta a 4 nella capitale, il livello massimo in Belgio. Nel resto del paese il livello di allerta è stato alzato a 3: prima dell’attacco di lunedì era a 2.
Negli ultimi mesi e specialmente in seguito agli eventi degli ultimi giorni in Israele e Palestina diversi altri governi europei avevano alzato l’allerta per possibili attentati terroristici. Il 13 ottobre in Francia un ragazzo di vent’anni aveva ucciso un insegnante e ferito altre due persone in una scuola di Arras, nel nord della Francia. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin aveva detto che «probabilmente» c’era un legame tra l’attacco e la situazione in Palestina. Poco dopo il governo francese ha proibito le manifestazioni in sostegno alla causa palestinese, citando ragioni di sicurezza.
L’attacco a Bruxelles di lunedì in realtà ricorda più da vicino i numerosi attentati avvenuti in Europa nel periodo di maggiore popolarità ed espansione territoriale dello Stato Islamico (o ISIS). I più gravi furono quelli avvenuti la notte del 13 novembre 2015, quando a Parigi furono uccise 130 persone nel locale Bataclan, per le vie del centro e allo Stade de France. La strage, rivendicata dallo Stato Islamico, era stata pianificata da una cellula terroristica franco-belga che aveva come base Bruxelles ma che si muoveva liberamente anche in territorio francese. Alcuni degli attentatori di Parigi furono poi coinvolti negli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016, che avvennero all’aeroporto di Zaventem e nella stazione metropolitana di Maalbeek, non lontano dalla zona dove si trovano le sedi delle principali istituzioni dell’Unione Europea. A fine luglio del 2023 un tribunale belga ha dichiarato otto uomini colpevoli di questi attentati in uno dei più grandi processi della storia del paese.