Il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli sono stati arrestati
Nell'ambito di un'operazione dei carabinieri in cui sono coinvolte altre 25 persone accusate di fare affari con la camorra
I carabinieri di Napoli hanno arrestato il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli nell’ambito di un’inchiesta che ha portato agli arresti di altre 25 persone, accusate di fare affari con la camorra. Secondo l’accusa, Colombo e la moglie avrebbero finanziato con 500mila euro il clan Di Lauro, attivo soprattutto nei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia.
I soldi sarebbero stati utilizzati dal clan per mettere in commercio vestiti con il marchio “Corleone” ed energy drink chiamati “9 mm”, entrambi nomi ispirati alla criminalità organizzata. Tra le attività avviate per reinvestire i soldi ci sarebbe anche una fabbrica di sigarette prodotte con tabacco importato dall’estero: i pacchetti sarebbero stati venduti a Napoli ed esportati all’estero, soprattutto in Bulgaria e Ucraina.
Colombo è un cantante neomelodico assai noto tra le persone appassionate, ed è originario di Palermo, mentre Rispoli è la vedova del boss Gaetano Marino, detto “McKay”. Già in occasione del loro matrimonio era stata aperta un’inchiesta sulle attività di Colombo e Rispoli, perché la cerimonia venne anticipata da un concerto in piazza del Plebiscito, a Napoli, organizzato senza avere le autorizzazioni. Prima di essere arrestati avevano partecipato a diverse trasmissioni televisive.
Le accuse alle persone arrestate sono di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere. La procura ha ricostruito che negli ultimi anni il clan Di Lauro si è occupato non solo di attività criminali come estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche di attività apparentemente legali come le aste giudiziarie immobiliari: diversi concorrenti sono stati minacciati per costringerli a non presentarsi alle aste e molti lotti sono stati aggiudicati a prestanome del clan. Nell’indagine sono stati sequestrati anche beni per 8 milioni di euro.
Il rapporto ambiguo o contiguo tra i cantanti neomelodici di ultima generazione e gli ambienti della criminalità organizzata non è nuovo. Il neomelodico è un genere musicale che ebbe successo negli anni Settanta e Ottanta grazie a Nino d’Angelo, che metteva al centro dei suoi testi la figura di un giovane proveniente da quartieri degradati. Ma negli ultimi vent’anni i temi delle canzoni neomelodiche sono cambiati: le canzoni sono il racconto per certi versi eroico della vita all’interno della criminalità organizzata, del mito dei boss, dei detenuti che non parlano e dei latitanti che non possono abbracciare moglie e figli. Spesso i testi criticano o insultano collaboratori di giustizia, forze dell’ordine e magistrati.
Francesco Petruzzella, autore del libro La mafia che canta. I neomelodici, il loro popolo, le loro piazze scritto insieme al procuratore delegato europeo Calogero Ferrara, ha spiegato che le canzoni neomelodiche sono «il veicolo di trasmissione di un certo tipo di cultura: così facendo si formano le coscienze, e prima che una questione penale o di ordine pubblico il problema è culturale. Non è un fenomeno che va sottovalutato».
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