In Polonia le opposizioni hanno vinto le elezioni
Coalizzandosi possono mettere fine al governo di estrema destra di Diritto e Giustizia, che resta comunque il partito più votato
In Polonia, dove domenica si è votato per rinnovare il parlamento, si sta concludendo lo spoglio dei voti: i risultati dicono che il partito più votato è Diritto e Giustizia, di estrema destra e al governo da otto anni. Ma i partiti di opposizione hanno ottenuto un risultato superiore alle aspettative e al momento sembra abbiano ottenuto più del 50 per cento dei voti. Se le tre principali forze troveranno un accordo per formare un governo avranno con ogni probabilità la maggioranza parlamentare. Le elezioni di domenica potrebbero quindi aver messo fine al governo di estrema destra, che ormai da anni aveva fatto diventare la Polonia un paese semiautoritario.
Al momento è stato contato il 94,09 per cento dei voti (oltre 29mila seggi su oltre 31mila). Diritto e Giustizia è al 36,2 per cento dei voti scrutinati, mentre i partiti di opposizione arrivano tutti insieme al 38,3 per cento.
Al momento il 38,3 per cento ottenuto dall’opposizione secondo i risultati parziali è composto dal 29,9 del principale blocco dei partiti di opposizione Coalizione Civica (centrista) e dall’8,4 per cento preso complessivamente da Nuova Sinistra, Sinistra Insieme e da altre forze politiche progressiste più piccole. La possibilità che i due blocchi possano unirsi in una coalizione di governo è discussa fin dalla campagna elettorale.
Meno scontata è una eventuale adesione a una coalizione di governo del cartello elettorale Terza Via, che comprende un partito centrista e uno di centrodestra che storicamente rappresenta gli agricoltori, e che con un risultato inaspettato ha ottenuto – sempre secondo i dati parziali – circa il 14,4 per cento dei voti. Il suo sostegno potrebbe essere determinante nella formazione di un nuovo governo di coalizione dei partiti d’opposizione: nelle ore immediatamente successive ai primi risultati i suoi leader hanno annunciato di non voler discutere di una possibile alleanza con gli esponenti del governo uscente e di essere invece in «continuo contatto» con le altre opposizioni.
La vittoria delle opposizioni, il cui leader principale è l’ex primo ministro ed ex presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, è uno sviluppo eccezionale, dopo otto anni di governo di Diritto e Giustizia. Tanto più considerato che alla vigilia era difficile parlare di un voto realmente libero: in Polonia ormai giornali e televisioni sono quasi interamente controllati dal governo. E nello stesso giorno del voto era stato organizzato un referendum incentrato su quattro quesiti estremamente identitari, quasi delle domande retoriche a favore del governo, con cui Diritto e Giustizia mirava probabilmente ad attrarre i voti degli elettori più indecisi, e che in qualche modo contenevano già una risposta.
L’affluenza è stata superiore al 73 per cento, la più alta di tutte le elezioni polacche dopo la fine del regime comunista nel 1989. Soprattutto nelle grandi città, lo spoglio dei voti è stato piuttosto lungo: questa mattina gli esiti suggerivano un risultato migliore per Diritto e Giustizia, perché le prime schede scrutinate provenivano dalle regioni rurali, più conservatrici. Nel corso della giornata i risultati dello spoglio delle schede si sono allineati sempre di più agli exit poll, che invece indicavano uno scarto minore fra Diritto e Giustizia e il blocco di opposizione. Nelle grandi città, come Varsavia, Cracovia e Wroclaw (Breslavia), dove Diritto e Giustizia tendenzialmente è meno votato che in campagna, il conteggio è stato rallentato dalle lunghe code ai seggi, che hanno dovuto chiudere diverse ore dopo l’orario previsto.
È stato invece decisamente sotto alle aspettative il risultato del piccolo partito di estrema destra Konfederacja: considerato possibile alleato di Diritto e Giustizia, ha ottenuto il 7,2 per cento dei voti mentre i sondaggi lo davano almeno al 10.
La formazione di un governo da parte delle opposizioni potrebbe però tardare: è possibile che il presidente Andrzej Duda, del partito Diritto e Giustizia, dia inizialmente l’incarico di provare a formare un governo al primo ministro uscente.