A Gaza continuano a non arrivare acqua e aiuti
Alla frontiera di Rafah, al confine con l'Egitto, ci sono file di camion in attesa di poter entrare nella Striscia con aiuti umanitari, ma Israele si oppone ad aprirla
Nonostante sia considerata imminente, l’invasione via terra della Striscia di Gaza da parte di Israele non è ancora cominciata: Israele nel frattempo sta continuando a bombardare con grande intensità la Striscia, dove la situazione è sempre più disperata: gli aiuti sono ancora bloccati alla frontiera di Rafah, in Egitto, e l’acqua continua a mancare.
Lunedì l’esercito israeliano ha anche aggiornato sia il numero dei morti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre – sono diventati circa 1.400 – sia il numero degli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza: sarebbero 199, e non 155 come era stato comunicato domenica (non è chiaro se siano tutti israeliani o anche stranieri). Hamas ha pubblicato un video di un ostaggio, una donna di 21 anni. Nel frattempo nella Striscia si teme una disastrosa crisi umanitaria a causa dell’«assedio totale» ordinato dal governo israeliano, con cui sono state bloccate le forniture di acqua, cibo, elettricità e carburante. Il valico di Rafah, l’unico passaggio via terra attivo tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, continua a essere chiuso al passaggio di persone e aiuti umanitari: dal lato egiziano ci sono lunghe file di camion che trasportano medicine, cibo, carburante e altri beni di prima necessità in attesa di ricevere il permesso di entrare a Gaza, mentre dal lato israeliano ci sono molti palestinesi con passaporto straniero che sperano di poter attraversare la frontiera. Se nei giorni scorsi vi siete persi qualche pezzo, qui trovate molte informazioni e una raccolta degli articoli più di contesto pubblicati negli scorsi giorni dal Post.