La situazione umanitaria a Gaza continua a peggiorare
Le città del sud non sono attrezzate per ospitare le centinaia di migliaia di persone arrivate dal nord, intanto Israele prepara l'invasione via terra
Da venerdì scorso nella Striscia di Gaza centinaia di migliaia di persone hanno iniziato a lasciare le loro case al nord e andare verso sud, dopo l’ordine di evacuazione dato dall’esercito israeliano in vista di un’imminente invasione via terra della Striscia di Gaza. L’ordine israeliano ha peggiorato una situazione già molto critica, causata sia dai bombardamenti intensi compiuti da Israele sia dall’imposizione del governo israeliano di un «assedio totale» con cui sono state bloccate le forniture alla Striscia di acqua, cibo, elettricità e carburante. Uno dei risultati dell’ordine è che ora anche a Khan Yunis, città nel sud della Striscia, non c’è più posto. Intanto domenica ci sono stati attacchi reciproci tra il gruppo radicale Hezbollah e l’esercito israeliano lungo il confine tra Israele e Libano: il governo israeliano ha chiuso l’accesso ai civili a tutta l’area a ridosso del confine. Finora gli israeliani uccisi sono più di 1.400, e palestinesi più di 2.670.