Il Burkina Faso ha firmato un accordo con la Russia per la costruzione di una centrale nucleare nel proprio territorio
Il governo del Burkina Faso, un paese dell’Africa occidentale, ha annunciato di aver firmato un accordo con la Russia per la costruzione di una centrale nucleare. La giunta militare che governa il paese dal colpo di stato del 2022 si è avvicinata sempre di più alla Russia per il supporto economico e militare, prendendo le distanze dai paesi occidentali. Ibrahim Traoré, leader della giunta, aveva chiesto al presidente russo Vladimir Putin assistenza nella costruzione della centrale durante un incontro a San Pietroburgo a luglio.
In Burkina Faso solo il 23 per cento della popolazione ha accesso all’elettricità, uno dei tassi più bassi del mondo. La centrale nucleare, che sarà costruita dall’agenzia nucleare russa Rosatom, servirà a «soddisfare il bisogno energetico del paese»: secondo gli obiettivi del governo burkinabé, il 95 perc ento della popolazione urbana e il 50 per cento della popolazione rurale dovrà avere accesso all’elettricità entro il 2030. Costruire una centrale nucleare è un’operazione lunga e complessa, occorrono vari anni di progettazione e costruzione: l’accordo al momento non prevede una tabella di marcia e non è detto che la costruzione della centrale sia completata entro il 2030.
L’unico paese africano a produrre energia nucleare è il Sudafrica, ma alcuni altri stati si trovano in varie fasi del processo per costruire una centrale: nel 2017 l’Egitto ha firmato con la Russia un accordo per costruire una centrale nel paese dal valore di 28,5 miliardi di euro. Nello stesso anno anche la Nigeria ha firmato un accordo con la Russia, ma il progetto non è ancora iniziato. Il Ruanda a settembre invece ha firmato un accordo con una compagnia tedesca-canadese per costruire una centrale entro il 2028. Il Kenya ha annunciato un progetto per una centrale da ultimare entro il 2027, ma non ha ancora detto se avrà un partner internazionale nella costruzione.
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