Le mappe e i documenti trovati sui corpi dei miliziani di Hamas in Israele
Mostrano come il feroce attacco di sabato fosse stato organizzato nei minimi dettagli e avesse anche previsto il sequestro di civili
Negli ultimi giorni sui corpi di alcuni miliziani di Hamas uccisi durante l’attacco contro le comunità israeliane vicino al confine con la Striscia di Gaza, compiuto sabato, sono stati trovati vari documenti, tra cui mappe e piani operativi, che mostrerebbero come il gruppo stesse pianificato da tempo e in modo molto dettagliato l’attacco contro Israele. I documenti sembrano indicare come Hamas avesse intenzione fin dall’inizio di colpire non solo le infrastrutture militari, ma anche la popolazione civile.
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Le immagini di alcuni documenti sono state diffuse su Telegram dal gruppo di volontari israeliani South First Responders, che da giorni sta andando in ciascuna delle comunità attaccate per ricostruire quello che è accaduto, per esempio tramite i video delle telecamere e l’ispezione delle case assaltate. Vari documenti, scritti in arabo, descrivono i piani operativi seguiti da Hamas per invadere le città e i kibbutz in territorio israeliano.
Un fascicolo di 14 pagine, indicato come “top secret” e datato 15 giugno, descrive nel dettaglio il piano preparato per attaccare il kibbutz di Mefalsim, a pochi chilometri dal confine con la parte occidentale della Striscia di Gaza: tra le altre cose si legge che dopo essere entrati nella comunità i miliziani dovevano «prendere soldati e residenti come ostaggi per le negoziazioni». C’erano anche mappe e immagini aeree di Mefalsim, e informazioni piuttosto precise sulla presenza dell’esercito israeliano nella zona, che secondo Hamas avrebbe potuto raggiungere il kibbutz «entro 3-5 minuti». In realtà in moltissimi casi le forze armate israeliane hanno impiegato ore per raggiungere le località attaccate.
Sabato il kibbutz di Mefalsim è stato attaccato da Hamas, ma un residente ha detto al Wall Street Journal che non ci sono state vittime. In altri kibbutz, come Be’eri e Kfar Azza, i miliziani hanno invece massacrato la popolazione, uccidendo centinaia di civili.
È stata trovata anche una mappa della città israeliana di Ofakim, vicina al confine con la Striscia di Gaza, su cui erano indicati i punti più frequentati come la sinagoga e gli asili. Anche Ofakim è stata attaccata da Hamas, e alcune persone sono state uccise o prese in ostaggio. Un’altra mappa in arabo evidenziava varie città vicino alla Striscia che sono state attaccate, tra cui Ein Haslosha e Kisufim. Si vede anche una linea rossa tratteggiata che indica il percorso del «plotone nord», presumibilmente un gruppo delle brigate al Qassam, l’ala armata di Hamas.
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Sono stati rinvenuti documenti che elencano le caratteristiche delle armi e dei mezzi militari in possesso dell’esercito israeliano, tra cui fucili, bombe e carri armati, suggerendo quindi che il gruppo sapesse con esattezza a cosa stesse andando incontro e che quindi fosse preparato a rispondere in modo adeguato.
In un video pubblicato giovedì sul canale Telegram di Hamas Abu Ubaida, il portavoce delle brigate al Qassam, ha detto che la pianificazione dell’attacco cominciò nel 2021, quando il gruppo iniziò a studiare in modo approfondito le tattiche e le strategie di Israele per individuare le modalità migliori per aggirarle.
Secondo un’inchiesta molto informata fatta dall’agenzia di stampa Reuters, Hamas è riuscita a portare avanti la preparazione dell’attacco senza essere scoperta soprattutto grazie a una complessa operazione di inganno e depistaggio, facendo credere all’intelligence israeliana di non essere pronta a un nuovo confronto armato mentre in realtà pianificava un attacco che si è rivelato senza precedenti.
Sabato le forze armate e l’intelligence di Israele sono state prese completamente alla sprovvista, e anche il capo di stato maggiore dell’esercito, Herzi Halevi, ha ammesso che le autorità non sono riuscite a garantire la sicurezza dei propri cittadini.
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