Il governo giapponese vuole abolire la Chiesa dell’unificazione nel paese
Ha chiesto a un tribunale di revocare lo status di organizzazione religiosa all'influente movimento a cui era legato anche Shinzo Abe
Il governo giapponese ha chiesto a un tribunale di Tokyo lo scioglimento della Chiesa dell’unificazione nel paese, l’influente movimento religioso con cui avevano rapporti molti politici del Partito Liberal Democratico (PLD), il partito politico al governo, e a cui era vicino anche l’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso l’8 luglio del 2022 in un attentato vicino a Kyoto. I legami tra i politici del PLD e la Chiesa avevano creato molti problemi al governo del primo ministro Fumio Kishida, che per risolverli aveva ordinato un’indagine al ministero della Cultura.
La Chiesa dell’unificazione fu fondata dal reverendo coreano Sun Myung Moon nel 1954 e in Italia è nota soprattutto per alcuni eventi molto scenografici, come i “matrimoni di massa”. In Giappone è considerata da molti una specie di setta. La sua teologia è un misto di riferimenti biblici e richiami ad altri credi come il confucianesimo e il ceondoismo, la religione coreana nata nel Diciannovesimo secolo.
Secondo i suoi critici, la Chiesa ha costruito forti relazioni con i politici del PLD per guadagnare seguaci e credibilità, permettendo al contempo al partito di rafforzare la sua presenza tra i fedeli. I critici sostengono inoltre che numerosi adepti della Chiesa siano stati spinti a fare donazioni eccessive. L’uomo che aveva sparato ad Abe, Tetsuya Yamagami, aveva accusato la Chiesa e i suoi sostenitori politici di aver impoverito la sua famiglia.
In base alla legge giapponese, un movimento religioso può essere sciolto se «è evidente» che le sue attività «sono sostanzialmente dannose per il benessere pubblico». Il ministro per l’Istruzione, la Cultura, lo Sport, la Scienza e la Tecnologia giapponese, Masahito Moriyama, aveva già chiesto a un tribunale che l’organizzazione venisse multata per essersi rifiutata di rispondere nel merito delle proprie attività. Venerdì ha chiesto ai giudici di revocare il suo status di organizzazione religiosa. Se i giudici decidessero di accogliere le richieste del governo, la Chiesa perderebbe i propri benefici fiscali in quanto tale. Potrebbe comunque continuare a operare.
L’assassinio di Abe aveva suscitato perplessità e discussioni proprio intorno alla Chiesa. Poco dopo l’assassinio dell’ex primo ministro, Kishida aveva annunciato un rimpasto di governo per via dei legami della Chiesa con molti esponenti del PLD, che proprio a causa di questi legami aveva perso ampi consensi. L’indagine sui rapporti tra la Chiesa e gli esponenti del partito ordinata un anno fa da Kishida ha evidenziato che 179 dei 379 deputati del PLD avevano legami con l’organizzazione.
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