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  • Venerdì 13 ottobre 2023

Cosa cambia per le bollette col passaggio al mercato libero

Dal 2024 il cosiddetto mercato tutelato dell'energia dovrebbe finire: una breve guida su una questione noiosa ma inevitabile

(Shutterstock)
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In questi giorni molte persone stanno ricevendo un avviso da parte del loro fornitore di energia elettrica e gas, che ricorda loro che dal prossimo anno smette di esistere anche per i clienti domestici il cosiddetto mercato tutelato, ossia quello in cui le forniture avvengono a prezzi e condizioni contrattuali stabilite dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, mentre per le imprese il passaggio è già avvenuto ad aprile. Chi ha ancora un contratto di fornitura sul mercato tutelato deve quindi decidere cosa fare e può scegliere tra le varie offerte che si trovano sul cosiddetto mercato libero, dove i contratti e le tariffe rispondono alle dinamiche di domanda e offerta.

Per fare queste valutazioni occorre districarsi tra questioni complicate: come funziona il mercato, quali sono i parametri di cui tenere conto, quali le offerte più idonee in base alle abitudini di consumo, e altre ancora. Per esempio sapere esattamente com’è composta una fattura è importantissimo per scegliere le offerte più adeguate, soprattutto perché la concorrenza tra gli operatori è molto spregiudicata e c’è il rischio di cadere in qualche truffa. Cerchiamo quindi di fare un po’ di ordine.

Attualmente le offerte sul mercato tutelato prevedono l’erogazione di gas e luce alle tariffe stabilite dall’ARERA. Queste tariffe sono ancora scelte da circa un terzo delle famiglie in Italia, hanno un andamento noto e ovviamente hanno risentito anche loro della recente crisi energetica.

La fine del mercato tutelato non è imprevista. Il processo di liberalizzazione del mercato dell’energia iniziò con il cosiddetto “decreto Bersani” del 1999, che recepiva la legge europea per la creazione di un mercato unico dell’energia nell’Unione Europea. Nel 2007 il mercato dell’energia in Italia venne ufficialmente liberalizzato con la creazione di un mercato libero, in cui qualsiasi fornitore di energia può decidere di operare e in cui gli utenti possono decidere a quale venditore rivolgersi. Il mercato tutelato venne comunque mantenuto come alternativa, per garantire un periodo di transizione la cui conclusione è stata rimandata più volte, l’ultima lo scorso anno appunto per la crisi energetica.

A meno che il governo di Giorgia Meloni non decida un ulteriore rinvio è probabile che questa transizione arriverà dunque alla fine. Attualmente è previsto che il mercato tutelato smetterà di esistere da gennaio del 2024 per le forniture di gas e da aprile del 2024 per quelle di energia elettrica. Chi è ancora in regime di tutela dovrà quindi o cambiare fornitore o accettare una nuova offerta del proprio.

Come segnala Altroconsumo, è semplice capire se le proprie forniture rientrano nel mercato tutelato e lo si può fare leggendo una bolletta: generalmente in alto a destra, vicino al nome del fornitore e al numero di fornitura, di solito si trova scritto «servizio di tutela» nella bolletta del gas e «servizio di maggior tutela» in quella dell’energia elettrica. Il regime di tutela rimarrà per particolari categorie di persone: per chi ha più di 75 anni, per chi ha un reddito basso o gravi condizioni di salute, per chi vive in una struttura abitativa di emergenza a seguito di calamità naturale e per chi ha una persona con disabilità nel nucleo familiare. Sul sito di ARERA si possono consultare le eccezioni previste dalla legge (qui per le forniture di gas e qui per le forniture di energia elettrica).

Il passaggio al mercato libero è gratuito e non prevede interventi tecnici sui contatori, e si può fare anche prima del prossimo anno. Allo stesso tempo non c’è neanche l’obbligo di farlo in anticipo e in fretta: addirittura nel caso dell’energia elettrica l’ARERA ha previsto un sistema di passaggio graduale al mercato libero per chi non lo farà autonomamente entro il prossimo anno; nel caso del gas se il consumatore non provvederà al passaggio in tempo il fornitore continuerà a erogare il servizio a condizioni economiche e contrattuali particolari stabilite da ARERA (e che si possono consultare qui). Anche dopo la fine del mercato tutelato i consumatori avranno quindi delle garanzie e in nessun caso la fornitura di energia potrà essere interrotta.

Le offerte del mercato libero sono almeno in teoria più convenienti di quelle del mercato tutelato e prevedono sconti, promozioni, punti fedeltà e altre opzioni legate al marketing. Inoltre, mentre i prezzi del mercato tutelato cambiano ogni tre mesi per l’energia elettrica e ogni mese per il gas in base a domanda e offerta del mercato all’ingrosso, nel mercato libero si può firmare un contratto a prezzo bloccato o indicizzato, cioè variabile a seconda delle quotazioni di mercato (un po’ come avviene nel caso dei tassi di interesse sui mutui).

Insomma, con il passaggio al mercato libero ci sono più opportunità di scelta, ma bisogna tenere conto che le tariffe non saranno più stabilite da un’autorità, che tende a garantire meno speculazioni e rincari eccessivi, ma dai singoli operatori, su cui vigila l’Antitrust, l’autorità per la concorrenza.

Tra le varie voci di prezzo bisogna considerare quella del costo della materia prima. La voce a cui fare maggiore attenzione è la tariffa, ovvero il costo dell’energia stessa (espresso in euro per kWh nel caso dell’energia elettrica e in euro per Smc per il gas) che, moltiplicata per i consumi rilevati, dà la spesa totale per i consumi energetici. Un’altra voce da controllare sono i costi di commercializzazione, cioè quelli sostenuti dal fornitore per svolgere le attività di gestione commerciale dei clienti. Entrambe queste voci variano sul mercato libero a seconda dei fornitori.

Nello scegliere una tariffa piuttosto che un’altra bisogna anche tenere conto delle proprie abitudini di consumo, come per esempio quando si utilizzano gli elettrodomestici che consumano di più (il climatizzatore, la lavatrice o il phon, tra gli altri): molti fornitori infatti propongono prezzi diversi a seconda delle fasce orarie. Questo vale solo per l’energia elettrica, mentre per il gas non è possibile differenziare per fasce orarie.

Un altro aspetto importante da valutare nel momento in cui si decide la nuova fornitura è quello della differenza fra tariffe a costo fisso e tariffe a costo indicizzato. Nel primo caso il prezzo che paghiamo per l’energia elettrica o il gas è bloccato e rimarrà sempre lo stesso per tutta la durata del contratto. In questo caso si è tutelati in caso di forti rincari, perché la tariffa non aumenterà, ma non si potrebbe sfruttare un’eventuale riduzione delle quotazioni. Nel secondo caso, invece, il prezzo segue l’andamento del mercato, quindi potrebbe aumentare o diminuire nel corso del tempo. Si è più esposti alla volatilità delle quotazioni, ma quello che si paga è fedele alle condizioni di mercato.

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