Israele avrà un governo di unità nazionale
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha trovato un accordo con Benny Gantz, uno dei leader dell'opposizione: ci sarà anche un "gabinetto di guerra"
A cinque giorni dagli attacchi a sorpresa di Hamas il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Benny Gantz, leader di uno dei partiti di opposizione (il centrista Blu e Bianco), hanno trovato un accordo per formare un governo di unità nazionale e gestire in maniera più condivisa le prossime fasi dello scontro con Hamas, che secondo diversi commentatori potrebbe prevedere un’invasione di terra della Striscia di Gaza. Nei fatti sarà un allargamento dell’attuale governo di destra, entrato in carica dopo le elezioni parlamentari del novembre del 2022.
Yair Lapid, che guida l’altro partito di opposizione, il centrista Yesh Atid, non ha aderito al nuovo governo e una fonte a lui vicina ha detto al Times of Israel che al momento non sono in corso delle trattative.
Il nuovo governo prevede inoltre la creazione di un ridotto “gabinetto di guerra” che sarà composto dal primo ministro, da Gantz, dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dall’ex capo di stato maggiore dell’esercito Gadi Eizenkot (che fa parte del partito di Gantz) e dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer. La creazione di un gruppo ristretto che si occupasse della guerra era stata la condizione espressa da Gantz, che in passato è stato ministro della Difesa e ancora prima capo dell’esercito israeliano.
Lapid aveva invece chiesto come condizione per entrare nel governo l’esclusione dallo stesso dei partiti di estrema destra e ultraortodossi, la cui influenza finora aveva portato i commentatori a descrivere quello di Netanyahu come il governo più di destra nella storia di Israele.
Nel nuovo governo il partito di Gantz avrà cinque ministri “senza portafoglio”, ossia a capo di ministeri senza fondi propri: l’accordo prevede che il governo duri fino alla fine della guerra, e solo fino ad allora. Finché la guerra sarà in corso in parlamento non verrà discussa la contestata riforma della giustizia voluta da Netanyahu, che prevede una sensibile riduzione dei poteri della corte Suprema, e più in generale il nuovo governo non dovrebbe portare avanti leggi.
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