Per ospitare i Mondiali di calcio del 2034 c’è già una favorita, l’Arabia Saudita
Le ultime decisioni della FIFA hanno spianato la strada alla sua candidatura, l'unica per il momento certa
La scorsa settimana la FIFA ha annunciato l’organizzazione condivisa dei Mondiali di calcio del 2030 tra sei paesi (Marocco, Portogallo, Spagna, Argentina, Uruguay e Paraguay) e quindi, per la prima volta nella storia del torneo, tre continenti (Africa, Europa e Sud America). Nelle sue comunicazioni la FIFA ha inoltre invitato i paesi asiatici e oceanici a presentare le loro candidature per l’edizione del 2034 «in linea con il principio della rotazione tra confederazioni». Secondo il regolamento in materia di organizzazione dei Mondiali, infatti, un continente che ospita un’edizione non può candidarsi per ospitare le due successive (con alcune deroghe in caso di mancanza di candidature).
Dato che i Mondiali del 2030 verranno ospitati da tre continenti, le uniche due confederazioni a potersi candidare per il 2034 sono quella asiatica e quella oceanica (Nord e Centro America ospiteranno invece l’edizione del 2026, fra Stati Uniti, Canada e Messico). Viste queste comunicazioni della FIFA, circolano con insistenza ipotesi che vedono già come grande favorita per l’organizzazione dei Mondiali del 2034 l’Arabia Saudita, la cui candidatura è l’unica certa e risulta peraltro facilitata da una recente modifica ai requisiti per l’assegnazione.
Attualmente la FIFA chiede ai paesi candidati quattordici stadi idonei con almeno 40mila posti a sedere, sette dei quali già esistenti o in costruzione al momento della candidatura. Nel 2034 di stadi esistenti ne basteranno però quattro, che è esattamente il numero di impianti che l’Arabia Saudita riuscirà a soddisfare (due dei quali verranno ristrutturati e un altro è in costruzione).
L’interesse per il calcio da parte dell’Arabia Saudita è recente, ma grazie alle sue enormi capacità di investimento ha già avuto un impatto significativo. In un solo anno ha investito quasi 1 miliardo di euro nel suo campionato, la Saudi Pro League, che in questo modo ha attirato alcuni dei più famosi calciatori in attività, come Cristiano Ronaldo, Neymar e Karim Benzema. E oltre a essersi assicurata già da tempo l’organizzazione di tornei come la Supercoppa italiana e spagnola, quest’anno l’Arabia Saudita ospiterà la Coppa del Mondo per club, mentre nel 2027 organizzerà la Coppa d’Asia per la prima volta dal 1956.
Il movimento calcistico locale, tuttavia, non è ancora sviluppato allo stesso modo, e questo si vede in particolare dagli stadi. Attualmente soltanto due impianti di recente costruzione superano i 40mila posti. Gli altri si aggirano attorno ai ventimila, e molti di questi sono datati, presentano ancora piste d’atletica attorno ai campi e tribune scoperte.
Un portavoce della FIFA ha commentato la riduzione del numero minimo di impianti esistenti necessari per la candidatura dicendo: «Il requisito di quattro stadi esistenti per l’edizione del 2034 è determinato da un tempo di attesa significativamente più lungo per il torneo ed è un modo per garantire la migliore qualità possibile delle infrastrutture». Intanto però l’organizzazione sta ricevendo critiche sia per come questa riduzione andrà ad aumentare l’impatto ambientale dei tornei, sia per aver annunciato delle novità così importanti soltanto tramite un comunicato pubblicato online, e non come di consueto in un evento pubblico seguito da approfondimenti con la stampa.
Tra gli altri paesi che potrebbero candidarsi per il 2034 vengono citati soprattutto Australia e Cina. L’Australia in particolare starebbe valutando la possibilità, ma non avrà molto tempo per farlo, dato che le manifestazioni di interesse per la candidatura dovranno essere presentate entro il 31 ottobre.
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