Perché il numero dei morti israeliani è così eccezionale
Negli ultimi decenni nessun altro evento è stato altrettanto catastrofico per Israele come l'attacco di Hamas iniziato sabato
Un modo efficace per capire fino a che punto l’attacco di Hamas sia stato catastrofico per Israele è guardare al numero dei morti. È da decenni, quanto meno dai tempi della guerra dello Yom Kippur, nel 1973, che Israele non subisce così tante perdite, soprattutto tra i civili. Alla fine della giornata di lunedì i morti sono almeno 900, ma è probabile che il conteggio salirà ancora.
L’eccezionalità di questo evento si vede bene dal grafico qui sotto: negli ultimi 13 anni i morti israeliani provocati dal conflitto israelo-palestinese erano sempre stati nell’ordine di non più di qualche decina l’anno, quasi tutti uccisi da attacchi terroristici improvvisati o dal lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Al contrario i morti palestinesi sono sempre stati molti di più, con picchi che corrispondono alle ultime due guerre tra Israele e Hamas, quella del 2014 e quella del 2021. In questo caso, nonostante i morti palestinesi fra miliziani di Hamas e civili a Gaza siano almeno 2.200 e abbiano quindi già superato quelli israeliani, erano anni che così tante persone non perdevano la vita da entrambe le parti del conflitto in così pochi giorni.
L’ultimo evento paragonabile per numero di morti fu la Seconda Intifada, una grande rivolta palestinese armata che fu caratterizzata da attacchi contro israeliani e da attentati terroristici. Durante la Seconda Intifada morirono circa 1.000 israeliani, di cui 700 civili e 300 militari, mentre i palestinesi uccisi furono più di 3.000. La Seconda Intifada però fu un evento estremamente lungo che durò circa cinque anni, dal 2000 al 2005, e che non è paragonabile al singolo attacco armato compiuto sabato da Hamas.
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