A Barcellona ci sono state proteste contro una possibile amnistia per gli organizzatori del referendum sull’indipendenza della Catalogna del 2017
A Barcellona ci sono state proteste contro una possibile amnistia agli organizzatori del referendum sull’indipendenza della Catalogna del 2017. Secondo gli organizzatori hanno partecipato alla manifestazione 300mila persone, mentre per le forze dell’ordine sarebbero state 50mila: c’erano rappresentati dei principali partiti di destra spagnoli, il Partito Popolare e Vox. A una manifestazione simile, il 24 settembre a Madrid, i partecipanti erano stati 40mila. Le proteste si opponevano alla possibilità che il primo ministro Pedro Sánchez, del Partito Socialista, conceda un’amnistia a tutte le persone coinvolte nei processi per il referendum per l’indipendenza della Catalogna, organizzato nel 2017 e giudicato illegale dallo Stato spagnolo.
L’eventualità deriva dalla richiesta di Carles Puigdemont, l’ex presidente della Catalogna e principale organizzatore del referendum che oggi vive in Belgio e che rischia di essere condannato dalla giustizia spagnola. Sánchez ha bisogno dei voti del piccolo partito di Puigdemont, Junts per Catalunya, per raggiungere una maggioranza in parlamento dopo le elezioni di luglio e restare primo ministro.
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Sánchez finora non ha detto di voler concedere l’amnistia alle centinaia di attivisti pro-indipendenza coinvolti nel referendum e che hanno procedimenti in corso, ma non ha neanche escluso del tutto la possibilità. Già nel 2021, comunque, Sánchez aveva concesso la grazia ai leader indipendentisti incarcerati in Spagna (ma non a Puigdemont, che era scappato) e di fatto eliminato il reato di sedizione, di cui erano stati accusati i leader catalani.
Il leader del Partito Socialista è stato incaricato ufficialmente dal re Felipe VI di cercare di formare un governo. Se non riuscirà a ottenere una maggioranza entro il 27 novembre, il parlamento sarà sciolto e si terranno nuove elezioni a gennaio 2024.
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