A Chicago sono stati trovati morti quasi mille uccelli
Erano andati a sbattere contro le finestre di un grande centro congressi, disorientati dalle luci: non è un fenomeno isolato
Nella notte tra mercoledì e giovedì a Chicago sono morti quasi mille uccelli andando a sbattere contro le finestre del McCormick Place Lakeside Center, un grande centro conferenze che si trova vicino alle rive del lago Michigan. È un numero particolarmente impressionante, ma le morie di uccelli migratori dovute alle collisioni con gli edifici negli Stati Uniti non sono un fenomeno isolato. Secondo ornitologi ed esperti è legato a una serie di fattori, dalle condizioni meteorologiche che influiscono sulla rotta migratoria degli animali alle luci che si vedono attraverso le finestre, che li disorientano.
Di norma attorno al centro congressi di Chicago si trovano «al massimo 15 uccelli morti», ha detto ad Associated Press David Willard, un curatore della divisione di ornitologia del Field Museum di Chicago in pensione. Giovedì però «era come un tappeto di uccelli morti», ha detto Willard, che si occupa di gestire e catalogare la collezione di circa 500mila individui del museo e raccoglie quelli morti attorno al McCormick Center. Secondo i conti del suo istituto, gli uccelli trovati morti giovedì erano 964. Nella maggior parte dei casi si trattava di dendroica delle palme e dendroica groppone giallo, due uccelli passeriformi della famiglia dei Parulidi.
Il Chicago Bird Collision Monitors, un gruppo che tiene traccia di questo tipo di incidenti in città, ha detto che è il più alto numero di uccelli trovati morti attorno a un edificio che abbia mai registrato in un solo giorno.
Matt Igleski, direttore esecutivo della Chicago Audubon Society, che offre programmi educativi sull’ornitologia e promuove la ricerca nel campo, ha definito quello di Chicago «un singolo evento davvero catastrofico». Negli Stati Uniti tuttavia casi simili si riscontrano «praticamente in ogni grande città durante le migrazioni in primavera e autunno», ha osservato Igleski. Per dare l’idea, uno studio svolto nel 2014 da alcuni scienziati dello Smithsonian Conservation Biology Institute in collaborazione con il dipartimento statunitense di Pesca e Fauna selvatica aveva stimato che ogni anno nel paese siano tra i 365 milioni e i 988 milioni gli uccelli che muoiono perché si schiantano contro gli edifici.
In generale gli uccelli non riescono a capire che i vetri sono ostacoli per loro letali, e quelli che riflettono alberi e piante o sono illuminati di notte sono ancora più pericolosi perché li attirano. È un problema particolarmente evidente in primavera e autunno, cioè i periodi delle migrazioni stagionali.
Uccelli come quelli trovati morti la settimana scorsa si nutrono durante il giorno e migrano di notte, aspettando venti favorevoli alla direzione della migrazione, come quello che c’era tra mercoledì e giovedì, quando è stato stimato che in totale sopra la contea di Chicago fossero in volo 1,5 milioni di uccelli. Molti di quelli che si stavano spostando in massa lungo la costa del lago Michigan però si sono «schiantati in un labirinto di strutture illuminate», ha detto Stan Temple, ornitologo e professore di Ecologia dell’Università del Wisconsin-Madison in pensione. Di notte gli uccelli vengono distratti dalle luci, che li confondono: capita anche che quelli che non si schiantano direttamente sulle finestre continuino a girare attorno agli edifici fino a morire per la stanchezza (un fenomeno noto come “attrazione fatale” per la luce).
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Anna Pidgeon, ecologa esperta di ornitologia della stessa Università, si dice convinta che incidenti di questo tipo si possano evitare. A suo dire basterebbe che le luci all’interno degli edifici venissero abbassate o spente e che le finestre fossero progettate con segni che gli uccelli riescono a distinguere, oppure protette con tende e schermi o decorate con decalcomanie. Uno studio realizzato nel 2021 proprio dal McCormick Center dice che spegnere metà delle luci nei grandi edifici può contribuire a ridurre le collisioni degli uccelli da sei a undici volte.
Il McCormick Center peraltro aderisce al programma “Lights Out”, che prevede di abbassare o spegnere le luci delle stanze degli edifici cittadini, a meno che non siano occupate. In un messaggio condiviso sul suo sito, l’amministrazione si è detta «davvero rattristata» dalla notizia degli uccelli morti, e ha fatto sapere che la scorsa settimana le luci di molte stanze erano rimaste accese per via di un evento.
I corpi degli uccelli morti possono essere utilizzati a scopo di ricerca. Un gruppo di scienziati, per esempio, ha analizzato più di 70mila esemplari di uccelli migratori che negli anni erano andati a sbattere proprio contro i grattacieli di Chicago. Lo studio, condotto dal docente di Ecologia ed evoluzione dell’Università del Michigan Brian Weeks, ha evidenziato che tra il 1978 e il 2016 gli individui di 52 specie di uccelli molto comuni in Nord America si erano rimpiccioliti in media del 2,6 per cento. È un fenomeno che riguarda anche altri animali e sembra essere legato tra le altre cose al cambiamento climatico.