Il tribunale di Firenze ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino, sostenendo che la Tunisia non sia un paese “sicuro”
Mercoledì il tribunale di Firenze ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino a cui il ministero dell’Interno aveva negato la protezione umanitaria: secondo il tribunale la Tunisia non può essere considerata un paese “sicuro”, e quindi il rimpatrio non sarebbe legittimo.
In base a una direttiva europea del 2013, i paesi “sicuri” sono quelli in cui secondo il governo vengono rispettati l’ordinamento democratico e i diritti umani. L’applicazione di questa definizione è però controversa: oggi il ministero dell’Interno italiano considera “sicuri” 16 paesi, tra cui la Tunisia, dove però il presidente Kais Saied ha progressivamente smantellato lo stato di diritto, accentrato i poteri e imprigionato i suoi oppositori politici.
È la seconda volta che un tribunale contesta le norme contenute nel decreto Cutro, approvato dal governo lo scorso marzo per ostacolare gli arrivi di migranti irregolari via mare. Il 30 settembre il tribunale di Catania non aveva infatti convalidato la richiesta di detenzione per quattro migranti tunisini nel Centro per le procedure accelerate di frontiera di Pozzallo, in provincia di Ragusa, giudicando illegittime alcune parti del decreto Cutro. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e altri importanti esponenti del governo avevano criticato la decisione, e mercoledì il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva annunciato il ricorso del governo alla Corte di Cassazione.