Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto che permette di vendere prodotti contenenti cannabidiolo (CBD) solo in farmacia
Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio ha sospeso fino al 24 ottobre il decreto del governo che rende illegale vendere prodotti contenenti cannabidiolo – o CBD, un principio attivo della marijuana – se non in farmacia e dietro ricetta medica. Il decreto era stato pubblicato ad agosto e definiva i prodotti per uso orale a base di CBD estratto dalla marijuana come stupefacenti, rendendo illegale la loro vendita nei negozi di cosiddetta “cannabis light”. La sentenza segue il ricorso presentato da un’associazione che rappresenta questi negozi, Imprenditori canapa Italia (ICI).
Il cannabidiolo, o CBD, è uno dei tanti principi attivi contenuti nella marijuana, e se assunto ha tra gli effetti principali quello di dare una sensazione di rilassatezza. Il principio attivo comunemente associato all’effetto stupefacente della marijuana è invece il tetraidrocannabinolo (THC), anch’esso vendibile legalmente solo in farmacia e dietro prescrizione medica. Secondo il ricorso di Imprenditori canapa Italia, accolto dal Tar, il governo non ha raccolto i pareri scientifici necessari per definire il CBD una sostanza stupefacente, fra cui quello del Consiglio superiore della sanità, e il divieto andrebbe contro alla maggior parte delle normative europee in materia. Il Tar ha comunque fissato per il 24 ottobre un’udienza in cui esprimere un parere definitivo sulla questione.
La situazione legislativa riguardo al CBD in Italia è piuttosto complicata: il decreto di agosto annullava un decreto del 2020, che a sua volta bloccava un decreto precedente che rendeva illegale la vendita di sostanze a base di CBD legale in Italia dal 2016. Dopo l’ultimo decreto, i negozi che vendevano prodotti a base di CBD erano stati sequestrati da parte delle forze dell’ordine, dato che sia la detenzione sia la vendita delle sostanze erano divenute illegali. La sentenza del Tar ha reso nuovamente legale la loro vendita e ha bloccato i sequestri.
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