Le indagini sul grave incidente a Mestre
Al momento non è chiaro come l'autobus sia caduto dal cavalcavia, causando la morte di 21 persone
Martedì sera a Mestre un autobus si è ribaltato ed è caduto da un cavalcavia per una decina di metri: sono morte 21 persone e 15 sono rimaste ferite. È l’ultimo bilancio comunicato mercoledì dal prefetto di Venezia, Michele Di Bari, dopo che i soccorritori hanno lavorato tutta la notte per estrarre i passeggeri dai rottami. I soccorsi sono finiti nelle prime ore di mercoledì, quando tutti i corpi e i feriti sono stati recuperati e l’autobus è stato portato via.
Cosa abbia causato l’incidente non si sa ancora con certezza: la Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale, e nelle prossime ore verranno analizzate le immagini delle telecamere di sorveglianza puntate sul cavalcavia. Nel frattempo la procura ha acquisito la scatola nera dell’autobus, che registra la velocità e i percorsi del mezzo. Nell’inchiesta, in cui per ora non ci sono indagati, si stanno verificando anche le condizioni dell’asfalto e del guardrail sfondato dall’autobus. Saranno inoltre ascoltate le testimonianze delle persone sopravvissute all’incidente, anche se il procuratore di Venezia Bruno Cherchi nel pomeriggio di mercoledì ha detto che «solo tre o quattro sono in grado di parlare».
L’autobus era diretto a Marghera, e stava percorrendo una rampa a due corsie di un cavalcavia all’altezza di via Rizzardi. Poco prima delle 20 ha sfondato il guardrail, precipitando per una decina di metri e finendo a terra su una strada vicino ai binari della linea ferroviaria che collega Mestre a Venezia, dove poi ha preso fuoco. Mercoledì mattina è stato diffuso un video ripreso da una telecamera al di sotto del cavalcavia, in cui si vede il momento dell’incidente in lontananza: dall’inquadratura però si capisce poco, anche perché ci sono altri veicoli che coprono l’autobus mentre sta cadendo. Dal video comunque l’autobus sembra andare piuttosto piano e ribaltarsi senza un’apparente motivo, quasi da fermo.
Poco dopo l’incidente il comandante della polizia municipale di Venezia, Marco Agostini, ha detto che dai primi rilievi non sono state trovate tracce di frenata sull’asfalto, come confermato in seguito anche da Cherchi. Questo farebbe ipotizzare che l’autista dell’autobus possa aver avuto un malore e che sia stato questo il motivo dell’incidente. Al momento, comunque, è solo un’ipotesi: sul corpo dell’autista verrà fatta un’autopsia.
Non è chiaro nemmeno perché l’autobus abbia preso fuoco al momento dell’incidente: una prima ipotesi è che abbia urtato i cavi dell’alta tensione cadendo dal cavalcavia, ma per il momento non c’è certezza al riguardo. L’autobus aveva una doppia alimentazione, elettrica e a metano, e le operazioni di rimozione sono state particolarmente lunghe perché i vigili del fuoco nella notte hanno dovuto prima aspettare che si raffreddassero le batterie per evitare che le fiamme riprendessero vigore.
L’autista dell’autobus è tra le 21 persone morte nell’incidente: si chiamava Alberto Rizzotto, aveva 40 anni ed era originario della provincia di Treviso. Tra le altre persone morte già identificate ci sono cinque cittadini ucraini e un tedesco, secondo quanto riferito dalla prefettura. Paolo Rosi, coordinatore del SUEM (Servizio di urgenza ed emergenza medica), il 118 veneziano, ha detto all’ANSA che tra i morti ci sono tre minori, tra cui un neonato di pochi mesi. Tra le persone ferite, che sono state trasportate in vari ospedali del Veneto, ne sono state identificate 11: ci sono 4 ucraini, 1 tedesco, 1 francese, 1 croato, 2 spagnoli e 2 austriaci. Le autorità hanno fatto sapere che otto delle persone ferite sono ricoverate in terapia intensiva, e che due sono in condizioni molto critiche: in particolare preoccupa la situazione di una bambina di 4 anni ricoverata all’ospedale di Padova con ustioni gravi in tutto il corpo, ha detto Rosi.
I passeggeri a bordo dell’autobus, secondo le prime ricostruzioni, erano tutti turisti che stavano tornando da una gita a Venezia verso un campeggio a Marghera che si chiama “Hu” ed è della società Human Company (in passato era conosciuto come “Camping Jolly”). L’autobus, gestito dalla società di trasporti La Linea Spa, era stato affittato dal campeggio proprio per il trasporto dei turisti.
La società ha confermato che l’incidente ha riguardato diverse persone che alloggiavano nel campeggio in un comunicato stampa in cui ha espresso il «più profondo cordoglio e la massima vicinanza ai familiari dei passeggeri del bus» e ha detto di essere «in contatto con la direzione sanitaria degli ospedali e con le autorità competenti per aggiornamenti sull’evolversi della situazione e sulle condizioni di salute dei feriti».
Mercoledì mattina Massimo Fiorese, amministratore delegato della società La Linea Spa, ha commentato l’incidente all’agenzia stampa LaPresse dicendo che «nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo, quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 chilometri all’ora, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si “appoggia” al guardrail, si ribalta e cade giù». Secondo Fiorese, inoltre, l’autobus non avrebbe preso fuoco, ma avrebbe fatto «solo qualche fiammella». Essendo elettrico, «se avesse preso completamente fuoco sarebbe stata una tragedia anche peggiore», ha detto Fiorese.