Cos’è la “Vempa”, il luogo dove è avvenuto l’incidente di Mestre
È un'infrastruttura molto vecchia ma ancora frequentatissima e indispensabile per il sistema viario locale
di Pietro Cabrio
A Mestre il luogo in cui martedì un autobus è precipitato per una decina di metri provocando la morte di ventuno persone è chiamato comunemente “il cavalcavia della Vempa”, dal nome di un edificio non più esistente che stava accanto a una delle rampe dell’infrastruttura. Si tratta di un grande incrocio a “T” sopraelevato che collega il centro di Mestre a Venezia, alla località di Marghera (e quindi al Petrolchimico) e alla tangenziale che raggiunge il resto della provincia. È quindi, da sempre, uno dei punti strategici e più trafficati della viabilità locale.
Venendo dal centro di Mestre può essere considerato il prolungamento di Corso del Popolo, una delle vie più conosciute e movimentate della città. Dalle altre direzioni vi si accede tramite una serie di rampe, ognuna delle quali ha un nome. Una di queste è la rampa “Giorgio Rizzardi” e collega il cavalcavia con Marghera e gli ingressi alla tangenziale. È questo il punto in cui martedì sera l’autobus ha sfondato le protezioni finendo in una strada di collegamento sottostante (via dell’Elettricità, una delle tante vie di Marghera denominate secondo la connotazione industriale dell’area).
La Vempa è una delle infrastrutture stradali più vecchie di Mestre: venne costruita nei primi decenni del Novecento e la sua forma attuale è il risultato di tanti interventi fatti in oltre settant’anni. La sua realizzazione fu necessaria in seguito alla costruzione del Petrolchimico di Porto Marghera, l’enorme polo industriale realizzato nei primi del Novecento oltre la stazione ferroviaria di Mestre. Il Petrolchimico ebbe un ruolo fondamentale nella produzione industriale italiana negli anni del cosiddetto “boom economico” e per questo, a metà del secolo scorso, arrivò a occupare circa 40mila operai.
Fu proprio per la presenza del vicino Petrolchimico che in pochi anni Mestre passò dall’essere un piccolo centro abitato di diecimila abitanti a una città con quasi 100mila residenti. A questo poi si aggiunse lo spopolamento di Venezia iniziato a metà Novecento e il costante incremento dei flussi turistici, cosa che negli ultimi decenni ha continuato a rendere indispensabile il cavalcavia della Vempa anche dopo la riduzione delle attività all’interno del Petrolchimico (a ridosso della struttura rimane comunque attivo uno dei più grandi stabilimenti italiani della Fincantieri).
Le sue condizioni sono un tema ricorrente nella zona e da anni si parla della necessità sempre più evidente di un rifacimento completo. Ma questa soluzione è diventata praticabile soltanto di recente, in seguito alla costruzione di un nuovo cavalcavia (quello “di via Torino”, in direzione Venezia) che ora può permettere la deviazione del traffico verso Mestre in caso di interventi strutturali alla Vempa.
Negli ultimi anni, inoltre, era stato segnalato più volte il deterioramento di alcuni elementi dell’infrastruttura. La tenuta del cavalcavia è monitorata da chi ne ha la gestione, suddivisa tra comune di Venezia, ANAS (la società di proprietà dello Stato che si occupa della manutenzione stradale) e CAV (Concessioni Autostradali Venete). I sopralluoghi dei tecnici, tuttavia, hanno sempre constatato che i deterioramenti — visibili anche ai pendolari — non pregiudicano la capacità portante.
Alcuni lavori di potenziamento della struttura sono in corso da settembre e dovrebbero continuare per quasi due anni: tra gli interventi è previsto peraltro «l’adeguamento delle barriere stradali», cosa di cui si sta parlando per via delle condizioni apparentemente deteriorate di ringhiere e guardrail sfondati martedì sera dall’autobus precipitato. Per stabilire però se questi deterioramenti abbiano compromesso la tenuta delle protezioni esistenti bisognerà attendere l’esito delle indagini.
Di recente, inoltre, la Vempa è rientrata nei piani di rifacimento della stazione ferroviaria di Mestre, il cui progetto è stato presentato lo scorso anno. Per la nuova stazione è stata pensata infatti una parte sopraelevata che dovrebbe collegare Mestre e Marghera, migliorando l’accessibilità delle due zone e riducendo quindi la centralità della Vempa nel sistema viario locale.
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