La passione del Niger per le bandiere della Russia
Sono ovunque, soprattutto nelle manifestazioni antifrancesi, e tra la popolazione sono diventate un oggetto di moda
A fine luglio l’esercito del Niger ha deposto il presidente Mohamed Bazoum e completato un colpo di stato: il generale Omar Tchiani si è autoproclamato leader del paese, sostenuto da parte della popolazione. Le manifestazioni a favore della giunta militare sin dai primi giorni sono state animate da un forte sentimento antifrancese. In contrapposizione alla Francia, ex potenza coloniale che ha ancora importanti interessi e influenze nell’area, tra i manifestanti sono comparse molte bandiere della Russia.
Le bandiere russe sono diventate presto un simbolo della protesta e del nuovo corso del Niger. La Russia è vista da molti giovani dell’Africa occidentale come una potenza anticoloniale, in grado di aiutare i loro paesi a liberarsi dai legami con i paesi occidentali e a impostare un futuro diverso, che non deve essere per forza democratico. Anni di corruzione, malfunzionamento dello Stato e problemi economici hanno intaccato la fiducia nella democrazia di molti abitanti dell’area, e del Niger in particolare. L’attrazione per l’“uomo forte” è molto presente tra la popolazione locale, e la Russia e il suo presidente Vladimir Putin sono considerati un modello a cui fare riferimento.
L’apertura verso la Russia è stata favorita anche da una costante opera di disinformazione sui social network portata avanti da organizzazioni e personaggi riconducibili al governo russo. Allo stesso modo si ritiene che parte delle numerosissime bandiere russe sia stata distribuita dalla Russia stessa. Ahmed Bello, presidente dell’associazione nigerina PARADE, creata dal ministero degli Esteri russi, ha raccontato al New York Times che la distribuzione di bandiere sta avvenendo grazie a finanziamenti russi.
La bandiera russa è diventata tanto ambita e di moda fra i giovani che è nata anche una produzione interna. I sarti del Niger cuciono con frequenza le bandiere bianche, blu e rosse, che vendono a 6 dollari: una maglietta con gli stessi colori può costare 3 dollari, un adesivo per l’auto (un gadget molto usato soprattutto dai tassisti) 80 centesimi.
Le prime bandiere russe sono comparse in Africa occidentale in corrispondenza dei cantieri per realizzare alcune strade, finanziati appunto dallo stato russo. E sono così diventate presto simbolo di efficienza e di uno stato in grado di risolvere problemi. Le bandiere erano inoltre presenti sulle armi importate dalla Russia e sulle divise dei mercenari, soprattutto del gruppo Wagner. L’influenza di quest’ultimo e della propaganda russa nell’area sono considerati preoccupanti, lo stesso presidente deposto Bazoum ne ha denunciato i rischi.
La bandiera e i suoi colori in Niger sono diventati anche un oggetto “di moda”, oltre che un simbolo di protesta. Kyle Walter, capo ricercatore di Logically Facts, azienda che studia le campagne di disinformazione, dice che «la bandiera russa è diventata un simbolo di resistenza, e al tempo stesso di una tendenza antioccidentale e antifrancese».
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