Come funziona il “trimestre anti-inflazione”

Da domenica per tre mesi in migliaia di negozi i prodotti di prima necessità avranno prezzi bloccati o scontati

(ANSA/TINO ROMANO)
(ANSA/TINO ROMANO)

Da domenica primo ottobre in diversi supermercati e negozi di alimentari e generi di prima necessità è entrata in vigore una misura concordata tra il governo italiano e le principali associazioni di categoria chiamata “trimestre anti-inflazione”. L’accordo, firmato il 28 settembre per contrastare gli effetti dell’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, prevede che nei punti vendita aderenti all’iniziativa i beni di prima necessità (alimentari e non solo) vengano venduti a un prezzo calmierato o ribassato.

In sostanza da domenica per tre mesi nei punti vendita che hanno firmato l’accordo (la cui lista completa divisa per regioni è consultabile sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy) alcuni tipi di prodotti avranno un prezzo bloccato, che quindi fino a fine dicembre non potrà variare per via dell’inflazione, o ridotto di una percentuale flessibile che può essere decisa dai singoli esercenti. Tra le catene della grande distribuzione che aderiscono all’iniziativa ci sono i supermercati Coop, Despar, Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila, ma anche farmacie e parafarmacie.

L’iniziativa riguarda sia beni alimentari di prima necessità che prodotti per l’infanzia e per la cura della persona. Saranno riconoscibili perché saranno accompagnati da un bollino con il disegno di un carrello della spesa con i colori della bandiera italiana e la scritta “Trimestre anti-inflazione”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la presentazione dell'iniziativa (Palazzo Chigi)

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la presentazione dell’iniziativa (Palazzo Chigi)

I prodotti potranno essere comprati a prezzi calmierati o ribassati da chiunque, indipendentemente dall’ISEE (l’indicatore che permette di valutare la situazione economica di un nucleo familiare), dall’età e dalla fruizione di altre misure di inclusione sociale o di sostegno alla povertà.

Non c’è un elenco preciso dei prodotti che saranno coinvolti dall’iniziativa, dato che ogni esercente può decidere liberamente a quali articoli applicare sconti o prezzi fissi per contrastare l’inflazione. L’iniziativa può riguardare anche la spesa online, ma solo nel caso in cui il singolo esercente decida di esporre il bollino nel carrello della spesa sul proprio sito internet. In generale i prezzi bloccati riguardano prodotti per cui il costo per gli esercenti è solitamente poco influenzabile dalla volatilità del mercato (quindi per esempio pasta, pane o detersivi), mentre per prodotti influenzabili da cambiamenti climatici o problemi legati all’agricoltura (come per esempio frutta, verdura, carne e pesce) sarà più probabile trovare promozioni settimanali, offerte di volta in volta dai negozianti.

In tutto finora hanno aderito più di 23mila punti in Italia, in base ai dati del ministero delle Imprese e del Made in Italy: le città con le maggiori adesioni sono state Roma (1.381), Torino (1.074) e Napoli (801).