La grande manifestazione in Polonia contro il governo
Donald Tusk, leader dell'opposizione, l'ha chiamata la «marcia di un milione di cuori»: alle elezioni mancano due settimane
Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Varsavia dall’opposizione polacca, quando mancano due settimane alle elezioni di domenica 15 ottobre. Donald Tusk, ex presidente del Consiglio Europeo e leader di Piattaforma Civica, la coalizione all’opposizione, ha chiamato la manifestazione «la marcia di un milione di cuori». Secondo gli organizzatori, infatti, oltre un milione di persone hanno partecipato lungo le vie della capitale polacca. Una manifestazione simile si era tenuta lo scorso 4 giugno.
NEW – 'Hundreds of thousands' gather at anti-government rally in Warsaw, Poland pic.twitter.com/kHKo4M1C5B
— Insider Paper (@TheInsiderPaper) October 1, 2023
La manifestazione è stata organizzata per dare un segnale in una campagna elettorale molto tesa. La situazione politica è decisamente più confusa rispetto alle ultime due elezioni, stravinte dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia.
Oggi Diritto e Giustizia è dato diversi punti sotto al 43,6 per cento dei voti che ottenne nel 2019, e quasi sicuramente per formare un governo dovrà trovare almeno un alleato. Il partner più plausibile sembra Confederazione Libertà e Indipendenza, un raggruppamento di partiti che ha posizioni ancora più radicali e che i sondaggi stimano intorno al 10 per cento.
Negli ultimi anni il governo polacco guidato da Mateusz Morawiecki ha aumentato la spesa sociale ottenendo consensi nelle aree rurali e nelle città più piccole, e allo stesso tempo ha limitato i diritti delle donne e delle minoranze. Oggi la Polonia è uno dei paesi europei con le leggi più restrittive sull’aborto. Dall’inizio del 2021 una legge fortemente voluta da Diritto e Giustizia permette alle donne di abortire solo in rarissimi casi tra cui lo stupro, che però deve essere accertato da un magistrato. Il governo è accusato di un progressivo indebolimento della democrazia nel paese, che viene percepita da gran parte della popolazione come realmente in pericolo per la prima volta dalla fine del regime comunista, nel 1989.
I conservatori stanno anche concentrando l’attenzione della campagna elettorale sul numero crescente di persone migranti africane e mediorientali che entrano in Polonia attraverso la Bielorussia, con cui la Polonia condivide 400 km di confine. In generale addossano la responsabilità di questo aumento alle leggi europee e all’Unione Europea. Finora quest’anno ci sono stati circa 19mila tentativi di attraversamento, rispetto ai 16mila dell’intero 2022.
Il 21 settembre inoltre Mateusz Morawiecki ha annunciato che la Polonia smetterà di fornire armi all’Ucraina. La decisione è stata presa a causa delle tensioni degli ultimi giorni nate a seguito della decisione del governo polacco di vietare la vendita di grano ucraino sul proprio territorio (l’Ucraina è una grande esportatrice di cereali). La Polonia era stata uno dei più risoluti alleati dell’Ucraina sin dai primi giorni dell’invasione russa, fornendo aiuti economici, garantendo supporto logistico, accogliendo oltre 1,5 milioni di profughi e sostenendo lo sforzo bellico ucraino con armi di vario tipo.
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