Il tribunale di Milano ha considerato illegittimo il licenziamento di 4mila rider da parte di Uber Eats
Giovedì il tribunale di Milano ha stabilito che il licenziamento di 4mila rider da parte della società di consegne a domicilio Uber Eats, avvenuto a giugno del 2023, è illegittimo. Di conseguenza i licenziamenti dovranno essere revocati e dovrà essere avviata una trattativa con i sindacati per trovare una soluzione diversa.
Il tribunale ha detto che Uber Eats adottò una condotta «antisindacale» quando quest’estate chiuse tutte le sue attività in Italia e licenziò migliaia di rider che avevano un contratto di collaborazione. Secondo il tribunale il lavoro dei rider è equiparabile a quello di un dipendente subordinato e quindi, prima di procedere con i licenziamenti, la società avrebbe dovuto attivare le procedure di consultazione con i sindacati previste dalla legge.
La procura di Milano aveva già detto nel 2021 che il lavoro dei rider era equiparabile a quello di un lavoratore dipendente, quando il contratto più utilizzato era ancora quello da lavoratore autonomo occasionale, poi passato a collaboratore. I lavoratori dell’azienda, infatti, sono pienamente inseriti nell’organizzazione quotidiana del lavoro e vengono coordinati a distanza. Inoltre, attraverso un ranking collegato alla loro performance, i rider vengono molto penalizzati se non lavorano in alcuni giorni e in alcune fasce orarie, e il loro lavoro risulta quindi più continuativo che indipendente, senza però che abbiano le tutele di un lavoro dipendente.