L’Italia si è messa di traverso sulle modifiche al regolamento di Dublino
Per via della richiesta della Germania di inserire nella riforma maggiori garanzie per le ong che soccorrono i migranti
Giovedì i ministri degli Interni dei paesi dell’Unione Europea si sono riuniti a Bruxelles per discutere un accordo accessorio a quello preliminare approvato a giugno riguardante la riforma del regolamento di Dublino, la norma europea che regola la gestione di migranti e richiedenti asilo. La riunione serviva a discutere una serie di dettagli che erano rimasti in sospeso a giugno, in vista dell’approvazione definitiva dell’accordo che dovrà essere ratificata entro un paio di mesi dal Parlamento Europeo. Ma l’accordo non è stato raggiunto, soprattutto a causa dell’opposizione del governo italiano a una richiesta di quello tedesco riguardante il ruolo delle ong nel salvataggio dei migranti, secondo quanto raccontato da fonti informate dei fatti a diversi giornali.
L’accordo di giugno prevede un rafforzamento del principio che l’accoglienza dei migranti debba essere compito dei paesi di primo ingresso, e che in caso di ingenti arrivi di richiedenti asilo una quota venga trasferita in altri paesi. Non tutti però parteciperanno a questi ricollocamenti, i governi potranno scegliere di pagare una certa cifra per ogni richiedente asilo che non accoglieranno.
La riforma era stata approvata in linea di massima, ma mancavano ancora chiarimenti su un punto in particolare: all’ordine del giorno giovedì c’era infatti l’approvazione del «Regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo», su cui i rappresentanti dei 27 paesi membri dell’Unione Europea non erano riusciti a trovare un accordo. In particolare la Germania aveva chiesto che nell’accordo venissero inserite maggiori garanzie per i migranti minorenni non accompagnati, e che per loro venisse inserita un’esenzione dai controlli alle frontiere esterne.
Giovedì la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser aveva detto che sul tema era stato raggiunto un compromesso tra i paesi, senza specificarne i dettagli, ma alla fine il testo non è stato votato. Secondo quanto raccontato da fonti diplomatiche a diversi giornali, il motivo del mancato accordo sarebbe stata l’opposizione del governo italiano. Il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi ha lasciato Bruxelles nel primo pomeriggio, e il voto è stato rimandato ai prossimi giorni. Il ministero dell’Interno ha detto al Post che la partenza anticipata di Piantedosi era già programmata perché doveva andare a Palermo per incontrare i ministri dell’Interno di Libia e Tunisia.
Ma secondo due fonti diplomatiche rimaste anonime citate da Politico, la posticipazione del voto sarebbe stata causata soprattutto dalla proposta del governo tedesco di inserire nel testo un passaggio legato alle operazioni di salvataggio in mare da parte navi delle ong. In una bozza del testo circolata nei giorni scorsi, da prendere quindi con cautela, si legge: «Le operazioni di aiuto umanitario, secondo gli standard europei, non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non vi è l’obiettivo di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro».
Con questo passaggio il governo tedesco ribadiva un punto su cui nelle passate settimane si era già scontrato più volte con quello italiano di Giorgia Meloni, che invece sostiene che la presenza delle navi delle ong nel Mediterraneo spinga e incentivi le persone migranti a partire (una tesi smontata da tempo da molti esperti).
Ne ha parlato anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in un’intervista a Repubblica affrontando la questione delle navi delle ong e dell’accordo sul testo discusso a Bruxelles.
«Il soccorso in mare è sacrosanto. Ma non si possono finanziare navi delle ong che vanno a prendere migranti e poi li portano in Italia. Questo è ciò che accade e sta dimostrando che c’è qualcosa che non funziona. Se si vuole fare veramente questo percorso, allora i migranti che vengono raccolti da una nave ong portano i migranti nel paese di cui battono bandiera», ha detto Tajani, riferendosi alla presenza di sette navi gestite da ong, alcune battenti bandiera tedesca, presenti in questi giorni nel Mediterraneo e che stanno viaggiando verso Lampedusa. «Mi pare veramente strano, preoccupante. Nel giorno in cui si avanza una proposta si fanno arrivare tutte queste navi. È una coincidenza? Cosa c’è dietro? […] Mi faccio domande. C’è un interesse elettorale? Di altro tipo? Non può essere, è una cosa che non funziona. Qualcuno forse vuole impedire che ci sia un accordo? C’è veramente molto stupore».
Giovedì Tajani ne ha parlato anche con la sua omologa tedesca Annalena Baerbock, in visita in Italia, che ha ulteriormente ribadito la posizione della Germania riguardo al ruolo delle ong nel soccorso dei migranti dicendo che «oltre il 95 per cento delle persone salvate in mare che arrivano in Italia vengono salvate da autorità statali», e che solo il restante 5 per cento viene soccorso dalle navi delle ong.
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