Le ennesime accuse contro la figlia dell’ex dittatore dell’Uzbekistan
Secondo un'inchiesta Gulnara Karimova era a capo di un gruppo criminale: prima era stata ambasciatrice, stilista, cantante e imprenditrice
Gulnara Karimova, figlia dell’ex presidente uzbeko Islam Karimov (in carica dal 1991 al 2016), è stata incriminata giovedì in Svizzera con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione criminale internazionale detta “l’Ufficio”. Secondo l’accusa, Karimova avrebbe ricevuto grosse tangenti da aziende straniere per poter entrare nel mercato delle telecomunicazioni dell’Uzbekistan: i soldi venivano poi incanalati in una serie di società e conti bancari con sede in Svizzera.
La notizia ha riportato l’attenzione su Karimova, che ha 51 anni e dal 2014 è in prigione in Uzbekistan, ma prima era stata a lungo la donna più famosa e controversa del paese.
Prima di essere arrestata nel 2014, Karimova ha avuto una vita molto eclettica, e grazie alla protezione di suo padre, che era a capo di un regime dittatoriale molto rigido, divenne una delle persone più potenti del paese. Negli anni Novanta lavorò principalmente come diplomatica, svolgendo il ruolo di consigliera prima e rappresentante permanente poi dell’Uzebekistan alle Nazioni Unite, a Ginevra; collaborando con l’ambasciata uzbeka a Mosca e diventando poi ambasciatrice dell’Uzbekistan in Spagna.
Nei primi anni del Duemila è stata allo stesso tempo la donna d’affari, la popstar, la stilista e la diplomatica più famosa dell’Uzbekistan. Ha cantato con Julio Iglesias e Gerard Depardieu con il nome d’arte Googoosha. Ha organizzato enormi festival culturali e raccolto tantissimo denaro andato, a suo dire, in beneficenza. Dopo una laurea a Harvard ha cominciato a insegnare Economia e diplomazia Mondiale all’Università di Tashkent, la capitale del paese.
Ha disegnato linee di gioielli e di vestiti, non senza controversie: nel 2011 una sfilata di capi disegnati da Karimova che si sarebbe dovuta tenere durante la settimana della moda di New York è stata cancellata (e poi organizzata in una nuova location) dopo che l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch aveva sottolineato che il cotone uzbeko, di cui erano fatti quasi tutti i vestiti di Karimova, viene sistematicamente raccolto e intrecciato da bambini costretti a lasciare la scuola per raccogliere il cotone in situazioni di lavoro minorile forzato.
Soprattutto, però, secondo le ricostruzioni emerse da una serie di documenti diplomatici fatti trapelare alla stampa dall’associazione Wikileaks nel 2010, «si è fatta strada in modo prepotente nel mondo degli affari uzbeko in modo da guadagnare qualcosa da tutti i settori più lucrosi del paese». Tra le varie società di sua proprietà ci sono state il più importante operatore telefonico senza fili del paese, Uzdunrobita, alcuni night club e una fabbrica di cemento.
Considerata per un certo periodo la persona più adatta a diventare presidente dopo la morte di Karimov, negli anni Dieci Karimova cominciò ad accumulare accuse, anche gravi e formali, di corruzione. Dopo essere stata coinvolta in una serie di indagini per corruzione e riciclaggio di denaro in Svizzera, Svezia e Stati Uniti, nel 2014 fu messa agli arresti domiciliari senza processo dopo aver perso l’immunità diplomatica che le era in precedenza garantita, in un contesto in cui il padre, vecchio e sempre più debole, non poteva più a sua volta proteggerla.
Da allora le informazioni sul suo stato di salute e sulla sua posizione si sono fatte molto rade. Al punto che per qualche giorno, nel novembre 2016, è stata anche data per morta: la testata locale Centre1 scrisse che era stata avvelenata e velocemente seppellita in una tomba senza targa a Tashkent, ma voci vicine alla famiglia smentirono la cosa. Il mese dopo uno dei due figli di Karimova, Islam Karimov Junior, chiese pubblicamente alle autorità uzbeke che gli fossero date notizie della madre, che a suo dire era detenuta «senza rispettare nemmeno i più semplici diritti umani che chiunque merita». Nel 2017 fu condannata a dieci anni di carcere per frode e riciclaggio di denario dalle autorità uzbeke: nel 2018 la pena fu commutata in cunque anni di arresti domiciliari, ma oggi Karimova si trova in prigione per presunta violazione dei termini dei suoi arresti domiciliari.
Secondo le nuove accuse depositate presso il tribunale penale federale svizzero, presentate in seguito a un’inchiesta durata più di dieci anni, tra il 2005 e il 2013 Karimova sarebbe stata a capo di un’organizzazione criminale che comprendeva decine di individui e più di 100 società separate, tutte con interessi commerciali apparentemente legittimi, che lavoravano segretamente per riciclare il denaro ottenuto tramite la corruzione e l’estorsione. In base alle ricostruzioni Karimova avrebbe incassato grosse tangenti da aziende straniere che volevano accedere al fiorente settore delle telecomunicazioni uzbeko, nascondendo il tutto grazie al lavoro coordinato dell'”Ufficio”.
È formalmente accusata di partecipazione a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro, accettazione di tangenti nel ruolo di funzionaria straniera e falsificazione di documenti. Le indagini condotte in Svizzera hanno finora portato al sequestro di beni per un totale di 780 milioni di franchi svizzeri (ovvero più di 805 milioni di euro) tra cui beni bancari e immobili, nonché contanti e oggetti di valore. Insieme a lei è stato incriminato anche l’ex capo di un’azienda di telecomunicazioni russa che operava in Uzbekistan di cui però non è stato reso pubblico il nome: secondo l’accusa sarebbe stato anche lui un membro chiave dell’organizzazione criminale.