La repubblica separatista del Nagorno Karabakh verrà ufficialmente sciolta
Lo ha annunciato il presidente del Karabakh, Samvel Sahramanyan, confermando di fatto la resa all'Azerbaijan
Giovedì il presidente del Nagorno Karabakh, Samvel Sahramanyan, ha annunciato di aver firmato un decreto che sancisce ufficialmente la dissoluzione della repubblica separatista a partire dal primo gennaio del 2024. Il Nagorno Karabakh (il cui nome ufficiale è Repubblica dell’Artsakh) è una regione che si trova in territorio azero e che fino a pochi giorni fa era abitata principalmente da persone di etnia armena.
La decisione di Sahramanyan era attesa e considerata piuttosto ovvia ormai da giorni: la scorsa settimana infatti l’esercito dell’Azerbaijan aveva attaccato militarmente il Nagorno Karabakh e costretto in appena due giorni le autorità locali alla resa. Le truppe azere avevano occupato gran parte del paese, costringendo decine di migliaia di persone di etnia armena a fuggire e a cercare riparo in Armenia: dei 120mila abitanti armeni della regione si stima che già più di 50mila abbiano superato il confine con l’Armenia.
L’Azerbaijan aveva attaccato il Nagorno Karabakh martedì 19 settembre, e dopo due giorni di guerra le truppe dello stato separatista – scarse di numero, male armate, poco addestrate e indebolite da nove mesi di blocco dei rifornimenti alimentari – si erano arrese e avevano accettato un cessate il fuoco, con la mediazione della Russia, che nel territorio ha centinaia di soldati stanziati attivi in una missione ufficialmente di peacekeeping (cioè per sostenere le autorità locali nel “mantenimento della pace”).
Il Nagorno Karabakh è uno stato di fatto indipendente dal 1993, ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale, che lo considera parte del territorio azero. Ciononostante da circa 30 anni (dalla prima guerra tra Armenia e Azerbaijan, vinta dall’Armenia) era governato in maniera indipendente, con un proprio esecutivo e proprie istituzioni, e con il sostegno molto forte della vicina Armenia.
Per decenni l’Azerbaijan aveva cercato di riprendersi il Karabakh e nel 2020 aveva iniziato una nuova guerra contro l’Armenia, che era riuscito a vincere, riconquistando buona parte del territorio della regione. Agli armeni era rimasta una piccola porzione di territorio che ancora governavano indipendentemente, e che era collegata all’Armenia da una sola strada, il “corridoio di Lachin”. Negli ultimi nove mesi l’Azerbaijan aveva bloccato quasi interamente questo collegamento, da cui il Nagorno Karabakh riceveva il 90 per cento dei generi di prima necessità, provocando grosse sofferenze alla popolazione locale.