È finito lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood
E sono stati diffusi i termini dell'accordo con le case di produzione, che verrà votato la prossima settimana
Martedì la Writers Guild of America (WGA), l’associazione che rappresenta oltre 11mila sceneggiatori che lavorano a Hollywood, ha fatto sapere di aver deciso di interrompere lo sciopero contro i rappresentanti dei produttori cinematografici e televisivi (AMPTP) cominciato 148 giorni fa, il 2 maggio. La decisione di interrompere lo sciopero è stata votata da tre diversi organi del sindacato e prevede che tutti i membri possano tornare a lavorare da mercoledì.
Già domenica sera la WGA aveva annunciato di aver raggiunto un possibile accordo sul rinnovo del contratto collettivo di categoria. La prossima settimana, tra lunedì 2 e lunedì 9 ottobre, tutta l’assemblea dovrà votare per ratificare il nuovo contratto che sarà valido per tre anni. L’accordo è stato definito dalla WGA «eccezionale, con vantaggi e tutele per gli iscritti di ogni settore» e l’aspettativa è che verrà ratificato.
Secondo quanto dichiarato dalla WGA il contratto collettivo su cui si voterà prevede una spesa aggiuntiva per le società di produzione di 233 milioni di dollari all’anno: una via di mezzo tra la spesa aggiuntiva proposta inizialmente dalla WGA, 429 milioni, e quella prevista dalle società di produzione, che era di 86 milioni.
Nonostante la decisione della WGA di interrompere lo sciopero, è probabile che molti sceneggiatori non torneranno a lavorare subito, dal momento che la maggior parte delle produzioni di Hollywood sono comunque ferme per lo sciopero delle attrici e degli attori. Iniziato a metà luglio, è ancora in corso e sembrava in fase di stallo, anche se la notizia dell’accordo fatto tra WGA e AMPTP potrebbe sbloccare le trattative nei prossimi giorni, visto che molte rivendicazioni sono simili e che sarà più facile costruire il secondo accordo sul primo. Potranno ricominciare invece i programmi televisivi.
Se il contratto concordato dovesse essere ratificato, per la prima volta le piattaforme di streaming saranno tenute a pagare agli sceneggiatori un bonus basato sulla percentuale di abbonati attivi che guardano la serie o il film scritto da loro, sia negli Stati Uniti che all’estero. Questa soluzione risponde a una questione sollevata dalla WGA negli ultimi anni, durante i quali l’enorme successo di alcune serie o film non si è tradotto in un giusto guadagno economico per gli autori. Nel nuovo contratto inoltre le case di produzione si impegnano a condividere con la WGA i dati sulle ore di visualizzazione dei loro contenuti originali ad alto budget.
Verranno inoltre aumentati progressivamente i salari minimi nel corso dei prossimi tre anni con le stesse modalità ottenute dal sindacato dei registi lo scorso giugno (sindacato che però non era arrivato allo sciopero). Nel nuovo contratto è stato inserito un punto sul numero minimo degli sceneggiatori obbligatori per ciascuna tipologia di programma, serie o film: un risultato raggiunto nonostante le società di produzione cinematografica fossero state fino all’ultimo categoricamente contrarie.
Viene poi regolamentato per la prima volta l’uso dei software di intelligenza artificiale, che la WGA temeva potessero essere utilizzati per sostituire gli sceneggiatori nella scrittura di programmi, film e serie. Le case di produzione non potranno usare questi programmi per riscrivere le sceneggiature originali, mentre gli sceneggiatori potranno farne uso per il loro lavoro se concordato con la casa di produzione, che però non potrà imporlo. Il sindacato ha tuttavia concesso che vecchie sceneggiature possano essere usate per alimentare programmi di intelligenza artificiale e fare esperimenti con questi.
L’accordo sulla regolamentazione di questo tipo di software, che negli ultimi mesi hanno cominciato a diffondersi e stanno velocemente diventando più sofisticati, era una delle questioni su cui all’inizio le case di produzione non volevano cedere, e che avevano chiesto venisse rimandata alla prossima contrattazione (nel 2026). Per il sindacato degli sceneggiatori invece si trattava di uno dei punti più importanti della negoziazione e uno dei motivi principali per cui aveva deciso di iniziare lo sciopero. Le case di produzione hanno recentemente dichiarato di essersi sbagliate su questo punto.