La condanna all’ergastolo dell’ex terrorista dei NAR Gilberto Cavallini per la strage di Bologna è stata confermata in appello
La Corte d’assise d’appello di Bologna ha confermato la condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini, ex terrorista dell’organizzazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), per concorso nella strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone.
Le vicende giudiziarie seguite alla strage di Bologna sono state tortuose, complesse e ostacolate da continui depistaggi, ma nel tempo hanno stabilito le responsabilità di quanto avvenuto: a mettere la bomba furono i terroristi neofascisti (oltre a Cavallini gli altri condannati sono Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Paolo Bellini); ed ebbero un ruolo attivo sia la loggia massonica P2 di Licio Gelli che i servizi segreti militari. Le sentenze hanno anche definito che la strage non fu la conseguenza di una semplice azione armata e spontanea dei gruppi neofascisti, ma un obiettivo importante della strategia della tensione con la quale i gruppi armati di estrema destra volevano minare, con varie complicità istituzionali, la democrazia e instaurare un regime autoritario.
Cavallini è stato condannato per aver aiutato Fioravanti, Mambro e Ciavardini – condannati in via definitiva come esecutori materiali dell’attentato – ospitandoli nella sua casa a Villorba di Treviso prima della strage e procurando loro documenti falsi e un’auto. Era stato arrestato nel 1983 e condannato a diversi ergastoli per banda armata e per gli omicidi commessi tra il 1979 e il 1981: non è mai uscito dal carcere. Ha sempre negato il suo coinvolgimento nella strage di Bologna e non era presente in aula durante la lettura della sentenza di oggi. È detenuto nel carcere di Terni, in regime di semilibertà.
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